Oltre il respiro
- Autore: Rosaria Troisi. Lilly Ippoliti
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2011
Era bello Massimo Troisi, comico senza maschera e senza averne l’aria. Una smorfia tirata della bocca, uno strabuzzio degli occhi, bastavano a suscitare la risata. E poi quel suo incespicare intorno alla parola, in una lingua strana, interrotta, smozzicata: un napoletano che forse nemmeno esiste, surreale, balbuziente, attorcigliato e timido, a riesumare antesignani storici più Eduardo che Totò, più filosofo che guitto. Massimo Troisi è stato un commediante sui generis, dalla fisicità quasi femminea, delicata, magra, antitetica a quella dell’istrione d’avanspettacolo, al “character” del cinema farsesco. Troisi faceva ridere a prescindere dal suo (non) essere corpo-divertente, lontano, anche nella fattispecie, dalle stereotipie di genere. A volerlo a tutti i costi ricondurre a una maschera non resta allora che Pulcinella, non fosse che per la vocazione al sorriso tra le pieghe della malinconia, per la capacità di essere buffonesco e "politico" al contempo.
“Oltre il respiro” (Jacobelli, 2011) è il libro che la sorella Rosaria (con Lilly Ippoliti) gli dedica a diciassette anni dalla morte. Un’elegia, però soffusa, delicata, pudica, umile, come sarebbe piaciuto a Massimo. Non un’agiografia e nemmeno l’abusato tentativo di leggere tra le pieghe della sua filmografia, piuttosto un album di foto (ce ne sono tantissime) e ricordi familiari, che illuminano l’uomo - prima ancora che l’attore e il regista - di luce poetica e verista. Se n’é andato presto Massimo Troisi, la morte lo ha transustanziato in mito suo malgrado: quasi una legge di contrappasso per una persona semplice, che non ha fatto nulla per diventare personaggio. Riservato, parco nei modi e nei film, si scambiava spesso per pigrizia ciò che invece era rispetto per il pubblico, ponderatezza, e fatica.
Il racconto di Rosaria Troisi si evolve in punta di penna, senza tradire questa “misura”: si avverte, tra le pagine, che il rispetto e il senso di umanità circolano nel dna della famiglia. Accrescono l’imprescindibilità del volume il poetico racconto di Lilly Ippoliti e i contributi grafici di Rancho (alias Ilario Ranucci): quasi una biografia aggiunta, stavolta per immagini, di Troisi. Ultima nota, ma indicativa dello spirito del libro: “Oltre il respiro” è dedicato a Roberto Saviano, altro napoletano anomalo, per cui Massimo avrebbe sicuramente parteggiato.
Oltre il respiro. Massimo Troisi, mio fratello
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