Ovunque, proteggici
- Autore: Elisa Ruotolo
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Nottetempo
- Anno di pubblicazione: 2014
“A cinquant’anni suonati, quando il tempo s’è scelto una strada e la vita ha tutta l’aria di far meno rumore, il passato doveva darsi qualche scrupolo a mettere un piede avanti l’altro e rifarsi vivo. Era finita e io, per sempre fuori dalla grazia ma anche dal castigo, avrei portato innanzi ciò che restava col cuore dello scampato”.
Lorenzo da un po’ di tempo riceve lettere anonime con scritta quell’unica parola tremenda che lo riporta al suo passato: “Assassino”. La prima lettera che era arrivata l’aveva riposta nella tasca della giacca; tutte le altre, invece, le aveva bruciate nel caminetto. Elisa Ruotolo dipana nel suo primo romanzo “Ovunque, proteggici” (Nottetempo, 2014) (tra i dodici libri selezionati al Premio Strega) la storia di Lorenzo e della sua stravagante famiglia attraverso un lungo flashback. Il padre è il primo ad essere descritto, Blacman, “prestigiatore da quattro soldi”, tanto ridicolo nel modo di vestirsi, di fare, di porsi che l’io narrante, cioè, il figlio Lorenzo, si vergogna profondamente di lui e preferisce credersi un orfano che è stato adottato. Poi è il turno della madre, Francesca, donna bellissima, sarta raffinata solo per uomini, almeno così ha sempre creduto Lorenzo da piccolo. Francesca ha il pallino del cinematografo tanto da tentare più volte di diventare attrice partecipando a vari concorsi fino a fuggire via un giorno per andare sulla pubblicità del sapone LUX. Una breve fuga che lascia il segno sia sul marito che sui figli. Da allora in poi Lorenzo si sente solo e vuoto, perché capisce con certezza che “ogni giorno, ogni ora poteva essere quella buona” per essere abbandonato.
Il protagonista di questa appassionante ed emozionante storia si compone come un puzzle pagina dopo pagina: un ragazzino gracile a cui non interessa e non piace il mestiere del padre, ultimo discendente di una ben strana famiglia, i Girosa, che trova in Giuseppe, giovane tipografo innamorato cotto della madre, il solo amico d’infanzia. L’autrice ci fa addentrare meglio nella saga famigliare solo quando il giovane Lorenzo rimane orfano. Allora noi insieme a lui scopriamo che i Girosa sono stati una famiglia numerosa e chiassosa che si riuniva ogni domenica a tavola
“finché una specie d’imbuto biologico che poteva avere radici nello svenamento dell’emigrazione, come pure in un destino che di tanto in tanto se li prendeva quando erano ancora guaglioni”
l’aveva decimata, facendola diventare una famiglia povera e senza più alcuna discendenza. Di questa famiglia, infatti, è rimasto solo Lorenzo che vive nella Villa appartenuta alla sua famiglia, la Villa dei Girosa ricca di spazi immensi ma tutti vuoti tanto “da farci ballare i topi” e intorno ad essa giardini desolati e sterpaglie.
All’interno di quella ormai decadente villa c’è un segreto racchiuso in quella unica parola scritta in un foglio bianco “assassino”, la vergogna della famiglia lunga un secolo e che approdata persino in America insieme al nonno Domenico, che era andato a cercare fortuna: un delitto commesso quando lui era un bambino. Forse proprio quel segreto aveva impoverito non solo la razza dei Girosa ma anche la loro ricchezza, genialità e bravura.
Elisa Ruotolo racconta una saga famigliare che rivive nel suo ultimo e unico discendente, che una volta scoperto il passato oscuro della sua famiglia è determinato di celarlo dentro le mura della villa ormai deserta. Narrato con precisione e accuratezza , l’espressione “Ovunque proteggici” come ha detto l’autrice in un’intervista è
“un augurio scaramantico per i protagonisti, una stirpe senza misericordia e senza protezione”.
Sulla copertina, i cinque burattini replicanti del più noto, quello di Collodi, che si tengono per mano e fanno un girotondo sono la conferma che la malasorte fa parte della vita e in quanto tale va raccontata.
Ovunque, proteggici
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