Paz. Scritti, disegni, fumetti di Andrea Pazienza

Settimana scorsa ho sfidato la mia abilità, cercando di fare una recensione decente ad un classico epocale come Foglie d’Erba di Whitman, prima di scoprire che, effettivamente, era già stato recensito. In modo diverso, vero, ma pur sempre recensito. Ed è per questo motivo che questa settimana ho deciso di ritornare a recensire uno dei miei soliti libri desueti. Una raccolta. O meglio un’antologia di quello che, credo e spero, voi tutti consideriate uno dei più grandi se non il più grande fumettisti di sempre: Andrea Pazienza.

L’antologia è Paz, e ammetto che c’era di tutto e ripeto di tutto, per poter rimanere un po’ impressionato.
Sia chiaro, per me ci sono pochi fumettisti validi, come pochi artisti e pochi scrittori e Pazienza, a mio parere, è stato, è e sarà validissimo sempre. Sotto ogni punto di vista.
Anche lui stesso si giudicava come “il miglior disegnatore di sempre” e questo è un lato che apprezzo della sua personalità: la non presunta modestia da poppante.
Ma ora basta col parlare di pensiero, parliamo di reazione, perché se c’è qualcosa che devo realmente sottolineare e vorrei che tutti voi sottolineaste è questa: davanti all’opera del Paz un artista rimane affascinato, un critico altamente interessato e un uomo viene colpito a coltellate nel ventre e questo si chiama potenza comunicativa e tutti dovrebbero non solo ammirarla, ma impararla ed insegnarla.

Con Paz si scopre il pensiero e la vita di Pazienza come si dovrebbero scoprire i nostri. Con Paz si scoprono i suoi interessi come dovremmo scoprire i nostri. Con Paz si scoprono le esigenze di tutti noi: esigenze che noi, purtroppo, ignoriamo. Con Paz scopriamo l’arte, il suo significato e la sua utilità. Con Paz vediamo Bologna come vediamo altre città, e ciò lo dobbiamo capire. Perché Paz è potenza e la potenza non conosce luoghi né tempi. Ma ora l’arte cosa sta diventando? Cosa descrive? Che potenza ha? Quale grido? Quale messaggio?
Riflettiamoci, ragazzi, riflettiamoci, e scopriremo che l’arte non si estinguerà, se noi saremo abbastanza forti da non farla estinguere.
Ma per ora posso solo citare un verso di un celebre canzone dei Gang “Non ti sei perso niente, Paz!”