Pensa se non ci avessi provato. L’autobiografia di Valentino Rossi

Valentino Rossi è un personaggio che, da un paio di decenni, affolla, nel bene o nel male, i palinsesti televisivi e le prime pagine dei quotidiani.
Lo si può amare, lo si può trovare sopra le righe, talvolta esagerato, eppure tutti, nessuno escluso, non possono che ammirare la sua classe, quando sale sulla moto e sfreccia su quell’asfalto grigio che in tanti temono e che lui riesce a domare. Anzi, gli parla da amico.
Un amore nato per caso, poiché le prime “piste” le ha date con i go-kart. Poi qualcosa è scattato, le ruote sono diventate troppe e Valentino ha deciso di cambiare scenario.
Le prime gare, le prime vittorie, la voglia di arrivare al Mondiale, la fame di un ragazzo che sa di avere qualcosa di più nel cuore, e lo vuole dimostrare.

Un’escalation improvvisa ma ragionata, Valentino non ha mai bruciato le tappe, non si è mai sentito “troppo” per qualcosa, se falliva un obiettivo ci riprovava l’anno successivo, stracciando tutti.
Ha vinto tutte le categorie e, anzi, è stato il primo pilota a vincere in 125, 250, 500 e Moto GP. Osservava gli errori, pianificava la strategia e vinceva.
Contro avverarsi ostici, come Biaggi e Gibernau, ma soprattutto contro il più temibile di tutti: se stesso. Sì, perché molti di noi non lo ammetteranno mai ma il nostro più grande rivale siamo noi. E Valentino Rossi ha vinto a man bassa anche lì, svettando sul podio con quel 46 che non ha mai abbandonato, nemmeno per mettere il numero uno. Perché il numero uno lo è, ma nei nostri cuori.

“Pensa se non ci avessi provato. L’autobiografia” (Mondadori, 2005, collana Ingrandimenti, pp. 305) non è la solita cronologia di vittorie/sconfitte/sfortune, un libro che narra gli episodi cruciali della cita di Valentino Rossi, come la spallata a Gibernau, la rivalità con Biaggi, la scelta di abbandonare una squadra vincente per un’incognita che avrebbe potuto costargli la carriera. E che invece l’ha innalzato ulteriormente sugli scudi. Un libro che è una chiacchierata con Valentino Rossi, da amare o criticare, comunque da apprezzare. Magari con un sorriso.