Oggi 7 gennaio 2023 ricorrono centoundici anni dalla nascita di Giorgio Caproni e vogliamo ricordare il poeta livornese con una delle sue poesie più semplici, chiare e luminose: Per lei dedicata alla madre Anna Picchi, detta Annina.
La poesia è tratta dalla raccolta Il seme del piangere (Garzanti, 1957) in cui Caproni elaborava la difficile esperienza del lutto. La morte della madre segnò profondamente la poetica di Giorgio Caproni, così come la malattia del padre e la difficile esperienza della guerra. Il titolo della raccolta fa riferimento alle parole pronunciate da Beatrice nella Divina Commedia dantesca. Quando incontra Dante sulla soglia del Paradiso terrestre, nel canto XXXI del Purgatorio, la donna lo invita ad abbandonare il dolore: pon giù il seme del piangere.
Allo stesso modo Caproni in questi versi abbandona la poesia oscura legata alla corrente ermetica che aveva caratterizzato la prima parte della sua produzione, a favore di una nuova poetica più limpida, fatta di termini semplici e di un ritmo musicale.
Per lei è la poesia simbolo del nuovo Caproni e anche una delle sue liriche più commoventi. In questi versi rivive, come in un ritratto fedele e accurato, l’essenza di Annina, quella donna solare, gentile e schietta che fu sua madre.
Scopriamone testo, analisi e commento.
Per lei di Giorgio Caproni: testo
Per lei voglio rime chiare,
usuali: in -are.
Rime magari vietate,
ma aperte: ventilate.
Rime coi suoni fini
(di mare) dei suoi orecchini.
O che abbiano, coralline,
le tinte delle sue collanine.Rime che a distanza
(Annina era così schietta)
conservino l’eleganza
povera, ma altrettanto netta.
Rime che non siano labili,
anche se orecchiabili.
Rime non crepuscolari,
ma verdi, elementari.
Per lei di Giorgio Caproni: analisi e commento
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Per la madre il poeta decide di inaugurare una poesia nuova fatta di parole semplici, comprensibili, musicate e limpide come lo sguardo e il sorriso di lei. Nelle strofe scandite di Per lei, Caproni fa rivivere la madre Annina nella semplicità familiare dei suoi gesti e nella spontaneità dei suoi atteggiamenti. Per farlo si affida a una vera e propria orchestra di parole. Innanzitutto alle rime in - ARE che richiamano all’idea di sconfinata apertura e vastità con il loro timbro aperto. In questi suoni rivive la spontaneità gioiosa e la socievolezza di Annina.
In seguito l’uso reiterato della vocale - I rimanda al suono onomatopeico tintinnante degli orecchini e delle collanine che la donna era solita indossare. Anche qui ritorna l’idea di infinità con il riferimento al mare: Annina sembra essere una presenza incontenibile che, pure nella sua assenza, pervade tutte le cose. Il suono dei suoi gesti rievoca l’immensa distesa marina, lo sciabordio delle onde, la vastità.
Segue l’uso della vocale - O che sembra tesa a suscitare un senso di meraviglia, spalancando la bocca in un’espressione di stupore: “coralline”, “collanine”, “orecchiabili”.
Le parole scelte dal poeta dunque non trasmettono rassegnazione, ma vivacità, leggerezza e una ventata di vitalità. L’orchestrazione verbale di Giorgio Caproni è perfetta: le rime non sono labili, ma destinate a durare e attraverso i loro suoni fini e orecchiabili ricompongono il ritratto di una donna che ancora ci appare viva e sorridente attraverso il tempo. Anziché scrivere un componimento sconsolato, dolente, intriso di nostalgia, Caproni ha scelto di ridare vita alla madre immaginandola come se lei gli fosse ancora davanti, e ancora gli sorridesse. Non poteva che scegliere per farlo “parole verdi, elementari”, intrise di purezza e genuinità.
Per lei non è una semplice poesia, è un canto eterno che si legge con le labbra dischiuse nel sorriso, è un sortilegio in versi che ci restituisce ancora integra l’immagine di lei, Annina, che era così schietta.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Per lei”: la poesia di Giorgio Caproni dedicata alla madre Annina
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