Persepolis di Marjane Satrapi

Il fumetto è forse il mezzo di comunicazione più diretto ed espressivo che esista e le strisce narranti di "Persepolis" in bianco e nero, più nero che bianco, raggiungono le corde più profonde del lettore, con la loro schietta ironia e l’obiettivo realismo dei contenuti.

Ecco la storia personale di Marjane in un contesto storico ostico visto sotto tutte le sue sfaccettature, politiche, morali, collettive ed intimistiche. Attraverso i numerosi capitoli, alcuni spassosi ed altri tragici, seguiamo Marjane crescendo con lei. Dapprima bambina con una forma mentis di tipo occidentale in un paese oppresso che fonde l’integralismo religioso con lo stato civile e, successivamente, adolescente spaventata nella triste condizione d’immigrata in un occidente materialista, ipocritamente cieco nell’accettazione delle diversità.
Ma Marjane è anche una figlia curiosa e ribelle, ribelle nell’anima che riesce ad interloquire sin dai primi anni con un Dio nobile ed amorevole, con due meravigliosi genitori progressisti e una nonna vivace ed ironica animata da alti valori morali, nonché nipote di un numero consistente di ‘eroi’ impegnati per la libertà del proprio paese. In questo terreno, fertile di riflessione ed impegno civile, cresce elevando una dignità personale che le insegnerà a dover far sempre i conti con la realtà che la circonda così come con se stessa, nel bene e nel male, senza rinunciare ad un’ironia di fondo che fa la differenza tra vivere e sopravvivere.

Una storia nella Storia, attraverso la quale si entra nel mondo poco conosciuto della grande Persia con il suo glorioso passato, e di un Iran attuale drammatico e sanguinario, i continui conflitti (assurdi come tutte le guerre), una popolazione logorata dalla ferocia di un regime integralista che schiaccia le identità individuali (come tutte le dittature), agendo sin dall’infanzia e fino alla consacrazione del martirio come immolazione alla patria. Nonostante ciò, una popolazione indomita, dignitosa, ricca di cultura che riesce a restare viva nel quotidiano, eludendo in maniera quasi comica l’oppressione di una dittatura manipolata da subdoli interessi internazionali.
Marjane è il punto d’incontro tra oriente e occidente. Una coscienza parlante che ci si svela senza timori, anche attraverso le proprie debolezze, con la logicità tipica dell’infanzia e la consapevolezza tutta femminile in grado di discernere, in qualunque punto del mondo si trovi, il bene dal male rivelandoci che l’uno e l’altro non si identificano mai con i luoghi della terra ed i loro abitanti, bensì con i luoghi ben più inaccessibili e contorti dell’animo umano.