Edoardo Sanguineti (1930-2010) è una figura poliedrica che ha segnato il secondo Novecento.
Docente di letteratura italiana all’Università di Genova, è stato figura di spicco della neoavanguardia dei primi anni Sessanta come intellettuale marxista.
Il suo tratto distintivo è dissacrare la società capitalista con un linguaggio sperimentale, perché crede nella forza rivoluzionaria delle parole.
La poesia di Edoardo Sanguineti piangi, piangi è una ninna nanna antipedagogica, recitata con audace sperimentalismo espressivo, che condanna i disvalori del consumismo negli anni Sessanta. Siamo sicuri che afferisca solo agli anni del boom economico?
Affannati nell’acquisto di tanti regali di Natale, ecco una poesia da rileggere, pubblicata nel 1964 nella raccolta Triperuno (Sezione Purgatorio de l’Inferno).
Piangi, piangi: testo della poesia di Sanguineti
piangi piangi, che ti compero una lunga spada blu di plastica, un frigorifero
Bosch in miniatura, un salvadanaio di terracotta, un quaderno
con tredici righe, un’azione della Montecatini:piangi piangi, che ti compero
una piccola maschera antigas, un flacone di sciroppo ricostituente,
un robot, un catechismo con illustrazioni a colori, una carta geografica
con bandiere vittoriose:piangi piangi, che ti compero un grosso capidoglio
di gomma piuma, un albero di Natale, un pirata con una gamba
di legno, un coltello a serramanico, una bella scheggia di una bella
bomba a mano:piangi piangi, che ti compero tanti francobolli
dell’Algeria francese, tanti succhi di frutta, tante teste di legno,
tante teste di moro, tante teste di morto:oh ridi ridi, che ti compero
un fratellino: che così tu lo chiami per nome: che così tu lo chiami
Michele:
Analisi di metrica e punteggiatura
- Metrica: versi liberi di diversa lunghezza; l’ultimo verso è formato da una sola parola.
- Punteggiatura: i segni interpuntivi sono collocati in modo apparentemente arbitrario, per esempio il titolo e gli incipit sono minuscoli; il testo si chiude con due punti. In realtà cosa si cela dietro questa scelta?
È plausibile che l’inizio minuscolo suggerisca che il testo sia la continuazione di un pensiero già avviato e formulato dall’io lirico. Di contro, la chiusura con i due punti (:) sembra invitare il lettore a proporre altre riflessioni sull’argomento, intenzionalmente lasciato in sospeso.
Un’anomalia interpuntiva che vanta, futuristi compresi, illustri predecessori come: - Pascoli, che ricorre a una punteggiatura fitta e insistita che spezza il pensiero
- Ungaretti, che nella raccolta Allegria, la sostituisce con spazi bianchi, pause di silenzio nella scansione dei versicoli.
Torniamo a Sanguineti.
Forse la risposta risiede nella sua adesione alla Neoavanguardia.
Spiegazione della poesia
L’io lirico è un padre che canta al figlio una curiosa cantilena, i cui poli tematici e contenutistici sono l’invito all’azione di piangere e un elenco di oggetti dissonanti che il padre si impegna ad acquistare. Di fatto il pianto giustifica e legittima un acquisto eccessivo per qualità, quantità, e soprattutto inutilità.
Questi i regali presentati con la tecnica dell’enumerazione. Un elenco sconclusionato che disorienta il lettore:
- una spada di plastica
- un minifrigorifero
- un salvadanaio
- un quaderno
- un’azione di un’industria chimica
- una maschera antigas
- uno sciroppo ricostituente
- un robot
- un catechismo illustrato
- una carta geografica le cui bandierine ricordano celebri battaglie
- un capidoglio giocattolo in gomma piuma
- un albero di Natale vero
- un pirata con la gamba di legno
- un coltellino
- la scheggia di una bomba a mano
- francobolli dell’Algeria, ancora colonia francese
- succhi di frutta
- teste delle vittime sia francesi, sia algerine
In chiusura il padre invita il figlio a ridere: gli comprerà un fratellino che potrà chiamare Michele.
Punti chiave del testo
L’obiettivo di Sanguineti è criticare il consumismo attraverso oggetti simbolici che rimandano al potere economico, alle armi chimiche, alle guerre, alla violenza e alla sopraffazione del colonialismo.
Il caos della lista dimostra forse l’insensatezza di tutto ciò?
Secondo voi, qual è il grande assente in questo elenco?
La natura, sostituita dai succhi di frutta, da un cetaceo di gomma piuma, da un abete sradicato per le feste.
Anche la religione viene mercificata.
Qual è l’interpretazione degli ultimi versi?
Gli orientamenti a riguardo sono due.
Poiché viene definita un acquisto, conseguente all’atto di comprare, la nascita di un fratellino può essere letta in una prospettiva negativa. Il bimbo in arrivo è un giocattolo come un altro? Ad avvalorare questa ipotesi il ruolo paterno depauperato di ogni funzione educativa. È un padre che colma con i doni la sua incapacità formativa.
In questi versi il padre, però, invita il figlio a ridere: allora una nuova vita è l’unica cosa importante in questo desolante panorama? Sì, perché come osserva il Gioanola
“un bimbo è l’unico vero regalo”.
Sono convinta che l’individuo possa trovare, senza retorica, la salvezza nel suo privato, nel mondo degli affetti. È una coincidenza che Michele sia il nome del terzogenito dell’autore? Pertanto abbraccio la seconda proposta interpretativa.
E voi che idea vi siete fatti, in prossimità delle feste natalizie, di questa poesia di Edoardo Sanguineti?
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Piangi, piangi: la poesia di Edoardo Sanguineti, critica al consumismo
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