Piccola guida agli anni Dieci: 50 fatti, 50 album, 50 canzoni di Paolo Bardelli

Per noi che ancora non ci siamo abituati al passaggio di millennio, l’espressione “gli anni Dieci”, nella Piccola guida agli anni Dieci di Paolo Bardelli, suona curiosa, incredibile, quasi stonata. Eppure, è proprio questo il decennio che ci stiamo lasciando alle spalle, con tutta la sua aria di novità e, allo stesso tempo, di incertezza. Grandi avvenimenti, grandi cambiamenti: e non si parla solo di storia.

Non sono solo politica, economia e cronaca a disegnare la strada del mondo: anche l’arte ricopre un ruolo fondamentale. Anzi, si può dire che l’arte, e soprattutto quella “minore”, più accessibile e prediletta dall’uomo “della strada”, sia una specie di termometro della società, in grado di descrivere l’evoluzione del genere umano molto più di qualsiasi trattato o saggio sull’argomento. E se c’è un’arte che, da sempre, è la più vicina alla vita di ogni giorno, quella è senza dubbio la musica. Dischi, canzonette, festival musicali sono da tempo pane quotidiano per tutti noi: a essi si sono aggiunti, negli ultimi anni, streaming, download e ogni mezzo possibile per usufruire di questa ricchezza dedicata a tutti noi.

Non c’è da stupirsi, quindi, del fatto che la musica parli del nostro quotidiano: niente di più opportuno che darle l’occasione di guidarci attraverso il decennio appena trascorso. Nasce così questa guida, che, come il sottotitolo suggerisce, è divisa in tre sezioni: la prima ripercorre i fatti più importanti degli anni Dieci, elencati in ordine cronologico; la seconda descrive gli album più belli usciti dal 2010 al 2019; la terza entra nel merito dei singoli brani, con una descrizione minuziosa.

Attenzione, però: questo manuale non è un “trattato di storia” semplicemente accompagnato dalla musica, ma un libro nel quale la musica la fa da padrona quasi assoluta. Lo si capisce già affrontando la prima sezione, quella dei “fatti”, e riscontrando che si tratta, per la stragrande maggioranza, di “fatti” musicali: lo scioglimento dei R.E.M., la morte di David Bowie, il fallimento della Gibson e via dicendo. Appena un accenno a Donald Trump, Greta Thunberg e altri personaggi essenziali del mondo “non musicale”.

Andando avanti con la lettura, ci si addentra nel mondo delle sette note. Ma, anche qui, attenzione: dimenticatevi quasi del tutto il mainstream e la musica italiana. Non vi troverete Mina, Tiziano Ferro o Laura Pausini, ma neppure Adele o Mika: questo è un libro per veri esperti o per grandi curiosi. I primi potranno confrontare le proprie opinioni con quelle dell’autore e approvarne o meno le scelte; i secondi si divertiranno a farsi affascinare dalle sue descrizioni e correranno subito ad ascoltare quegli artisti o quei brani che colpiranno la loro attenzione. Più che un manuale, quindi, questo è vero e proprio materiale di studio e approfondimento.

Quello che si evince dalle riflessioni di Paolo Bardelli è essenzialmente il dilagare del gusto pop in tutti gli altri ambiti della musica, come il rock, il prog, il rap e chi più ne ha più ne metta. Perché questa vera e propria “invasione” da parte di un genere così “facile”? La risposta potrebbe risiedere nell’elevata fruibilità del prodotto musicale, che, esposto a una platea estremamente amplificata rispetto a qualche anno fa, ha dovuto, per forza di cose, “edulcorarsi”. Ma questa è solo una prima riflessione che può essere suggerita da questo testo. Io vi consiglio di leggerlo tenendo a portata di mano Spotify, YouTube o quant’altro: è un’esperienza dalla quale uscirete sicuramente arricchiti.

Con tutta probabilità, alla fine della lettura, ripenserete al celeberrimo testo di Edoardo Bennato e vi direte che no, in realtà non sono solo canzonette...