Piccoli limoni gialli di Kajsa Ingemarsson

Romanzo leggero e divertente, anche se a tratti scontato, “Piccoli limoni gialli” di Kajsa Ingermasson si inserisce perfettamente in quel filone che descrive le tante qualità, anche terapeutiche dell’arte culinaria e rivela, tra le righe, un sincero amore per la cultura e le tradizioni italiane; un elemento che, insieme all’intera trama, costituiscono una bella sorpresa, se pensiamo che a firmarlo è un’autrice proveniente dalla fredda ed altera Svezia.

Non a caso, anche se paesaggio e ambientazioni rimangono un po’ sullo sfondo, “Piccoli limoni gialli” è ambientato tra Stoccolma e un paesino industriale della provincia. Agnes, la protagonista della storia, lavora come maître in un importante ristorante francese della capitale scandinava, è qui che incomincia la serie apparentemente interminabile di sventure che in poco tempo stravolgerà la sua vita. Dopo aver subìto un tentativo di molestie da parte del titolare rompe una preziosa bottiglia ed ecco che, su due piedi è licenziata.
Come se non bastasse, mentre rientra a casa ancora sconvolta dall’accaduto, riceve la telefonata del suo fidanzato che, da bravo chitarrista rock bello e dannato, la lascia molto sbrigativamente, ha preso una cotta per una corista maggiorata e di Agnes non ne vuole più sapere.
Su due piedi non le resta altro che rinchiudersi in casa e piangersi un po’ addosso, sembra che la sua vita stia andando in frantumi ma, dopo lo sconforto iniziale, Agnes ci mette poco a comprendere che non è il caso di darsi per vinta.
Perché, allora, non cercare di concretizzare l’idea di quel vecchio amico che le propone di aprire un ristorante che sull’insegna avrà proprio i limoni gialli del titolo e porterà nella algida capitale nordica, un po’ di calore mediterraneo?
L’avventura è tutta una sfida, sicuramente è quello che ci vuole per lasciarsi alle spalle le delusioni del passato e i due ci si fiondano con tutte le energie che hanno in corpo. Agnes pensa all’arredo e al menù, serve ai tavoli e sceglie i vini. Ma è davvero la scelta giusta per ricominciare? Agnes riuscirà a ritrovare anche l’amore che, su due piedi, ha perduto? E poi, chi è veramente quella famosa critica gastronomica di nome Lola che ha deciso di recensire quel locale appena aperto?

Ai lettori il piacere di scoprire come andrà a finire questa storia leggera, anche se a tratti scontata e incoerente. Il romanzo di Kajsa Ingermarsson, infatti, non riserva vere soprese e già dalle prime battute non è difficile comprendere cosa succederà nelle pagine successive. Anche i personaggi, soprattutto i comprimari, risultano spesso piatti e poco definiti, e non riescono a suscitare alcun senso di immedesimazione nel lettore. Infine, anche la storia d’amore che dovrebbe sancire il ritorno alla normalità di Agnes e chiudere felicemente il romanzo, risulta irreale e incoerente e il lettore, che tante aspettative poteva aver nutrito di fronte alla copertina di “Piccoli limoni gialli”, non può fare altro che continuare ad annoiarsi.