Piccolo atlante storico geografico dei centri sociali italiani
- Autore: Claudio Calia
- Genere: Fumetti e Graphic Novel
- Casa editrice: Becco Giallo
- Anno di pubblicazione: 2014
Qualcuno li accetta con sospetto, un po’ come si accetta il parente matto il giorno di Natale. Qualcuno – più votato al reazionario - li vorrebbe cancellare dalla faccia del pianeta globalizzato: sono una malapianta nel cuore di città, un covo di terroristi in erba, di tossici brutti-sporchi-e-cattivi, di extracomunitari, parassiti & barboni, nell’ordine che più vi pare. Chi - di contro, a suo rischio e pericolo - nei centri sociali ci vive dentro, sa bene che le cose non stanno così, non fino in fondo così, sa bene che intorno alla galassia delle realtà autogestite circolano voci spesso pretestuose, a riprova del loro statuto di spina piantata nel cuore del benpensantismo cittadino. Ci si ricorda dei centri sociali solo per fatti legati alla nera, alla droga, agli sgombri forzati, agli scontri con la polizia, tacendo quasi sempre del resto: del dinamismo culturale, delle azioni politiche, della cultura over e under ground che spesso e volentieri gravita attorno a essi e che essi, in un modo o nell’altro, veicolano.
Se questo originalissimo “Piccolo atlante storico geografico dei centri sociali italiani”, curato da Claudio Calia, potesse avere una colonna sonora sarebbe senz’altro quella dei 99 Posse (Curre curre guaglio’) ma non lasciatevi fuorviare: il libro è sereno, piacevole, oggettivo. L’originale mappatura a fumetti della nazione alternativa (una specie di nazione indiana, che resiste): da Treviso a Catania, da Padova a Porto Torres, sono inventariati a disegni & parole, facce, nomi, cenni storici, attività, patrocini dei centri autogestiti sparsi per l’Italia neo-renziana (solo in Molise e in Valle d’Aosta pare non ce ne siano), con annesso il carico di democrazia, libera circolazione di idee, libri, spettacoli, discorsi che portano avanti alla faccia della pigra vulgata. Il bello e salutare di questo compendiario illustrato sta proprio nel riuscire a rivelarcene questa faccia (l’altra), quella che media e politici tacciono quasi sempre, quella positiva-costruttiva – ancorché divergente –, e di farlo da un ottica convintamente “interna” (Calia, fresco papà, è un attivista-militante), senza malanimo alcuno, con il nitore tipico di chi ha la coscienza a posto, poco o nulla da temere, meno che mai di che vergognarsi.
160 pagine di disegni, qualche foto, molto testo per un racconto geografico-resistenziale-sociale che andrebbe assunto come sguardo alternativo a quello unidimensionale propostoci da una realtà urbana sempre più oppiacea e conforme. Il libro costa 13 euro e non poteva che uscire per la casa editrice “Becco Giallo”, progenitrice del graphic novel di impianto civile.
Piccolo atlante storico geografico dei centri sociali italiani
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