

Piccolo diavolo in America. Un omaggio alla performance afroamericana
- Autore: Hanif Abdurraqib
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2022
Piccolo diavolo in America. Un omaggio alla performance afroamericana (Black Coffee, 2022, trad. F. Principi) racconta molte delle caratteristiche della gente di colore, su come nell’odierno e in passato si manifesti o si sia manifestato negli Stati Uniti, specie nel campo delle performance di tipo artistico, l’essere afroamericani.
Finalista al National Book Award, premio letterario statunitense che ha lo scopo di premiare e promuovere letteratura americana di qualità, il libro scandaglia la storia e la cultura popolare Usa tracciando una sorta di profilo antropologico del nero americano, filtrandolo anche attraverso l’esperienza personale dell’autore, Hanif Abdurraqib.
Poeta, saggista e critico culturale dell’Ohio (è nato, vive e lavora a Columbus), in una recente intervista italiana Abdurraqib sostiene che la sua scrittura si muove tra "il vissuto personale, il senso della storia, la vita dei corpi, la meccanica emotiva del movimento".
"Tutte queste cose mi permettono di ricollocarmi e di ricollocare i miei ricordi nella vita e nelle storie di persone che sono importanti per me".
L’idea dell’autore è che un’analisi delle modalità con cui si manifesta l’arte afroamericana può aiutare a dipanare una matassa, quella che aggroviglia la storia culturale degli Stati Uniti e le sue contraddizioni. Tra le pagine, la descrizione delle maratone di ballo tanto in voga negli anni Venti del secolo scorso. La moda delle maratone la dice lunga su quali fossero le concrete conseguenze economiche e sociali della discriminazione razziale nei confronti della gente di colore. A esse partecipavano disperati e disoccupati neri senza alcuna possibilità e/o animati da un’unica prospettiva: quella di avere un pasto dignitoso o di guadagnare qualche soldo. Gli organizzatori delle maratone, racconta Abdurraqib,
"offrivano premi per centinaia di dollari, a volte anche di più. In certe gare c’erano in palio più soldi di quanti un agricoltore ne guadagnasse in un anno. Oltre a questo, ad attirare i ballerini era la semplice promessa di cibo e riparo. Durante le maratone potevi mangiare, e la gente poteva fare delle brevi pause per lavarsi e radersi. Era una magnifica alternativa alla fame o alla prospettiva di rimanere impantanati nelle proprie circostanze".
Nel prosieguo del volume, Abdurraqib ci parla di come in occasione della morte di Michael Jackson lui e i suoi amici si trascinino verso casa cantando in coro con attorno le autoradio delle macchine che mandano la musica di Jackson con i finestrini abbassati ("È così che bisognerebbe ricevere l’estremo saluto, ho pensato. A tutto volume, mentre l’eco della propria voce fa tremare il cielo"), di come la maga itinerante indipendente Ellen Armstrong regalasse "la meraviglia a chi altrimenti se la sarebbe vista negare", di come Whitney Houston fosse stata fischiata ai Soul Train Music Awards e di come emittenti radio americane avessero deciso di non mandare in onda i suoi successi sostenendo che non fosse "nera abbastanza" per i propri ascoltatori:
"Affinché ascendesse al trono della musica pop come ancora nessuna artista nera della sua epoca era riuscita a fare", scrive l’autore ragionando sulle motivazioni dell’astio di cui la cantante fu vittima, la persona della Houston "andava narrata in un modo che la posizionasse sopra e al di fuori dalle traiettorie degli altri artisti neri". Molte altre le storie emblematiche raccontate nel libro, mai fini a se stesse e sempre unite da quel filo conduttore che consente al lettore di capire meglio e di avvicinarsi all’universo "black" americano.

Piccolo diavolo in America. Un omaggio alla performance afroamericana
Amazon.it: 13,54 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Piccolo diavolo in America. Un omaggio alla performance afroamericana
Lascia il tuo commento