Pick & rock. Quando la musica va a canestro di Giuseppe Catani

Musica leggera e sport vanno d’accordo? Certamente, siamo tutti pronti a rispondere. A parte i vari inni propri delle società sportive, in alcuni casi commissionati a musicisti di un certo livello, il mondo della musica si è spesso interessato a squadre e atleti, a partire dal campetto dell’oratorio fino al professionismo. Potremmo citare i casi eclatanti: il celeberrimo Nino che non deve aver paura di tirare un calcio di rigore, o l’atleta che fa una vita da mediano sempre al servizio di chi sta sotto i riflettori. Fateci caso, però: il settore sportivo di maggior interesse per i musicisti nostrani è e resta il calcio, e sicuramente questo è piuttosto logico in un Paese come l’Italia nel quale la passione per “il pallone”, come viene comunemente definito, supera quella per ogni altra disciplina.

Non esiste, però, solo il calcio, come molti sportivi fanno giustamente notare. Vi sono moltissimi altri sport che si meriterebbero altrettanta attenzione da parte del pubblico, e che vengono spesso ingiustamente snobbati. Il basket, per esempio. Riuscite a citare un esempio di canzone dedicata al mondo del basket? No, vero? Sembrerebbe proprio che la palla a spicchi non abbia ricevuto la benché minima attenzione da parte del mondo delle sette note. Ebbene, è falso, e Giuseppe Catani ce lo dimostra con Pick & rock. Quando la musica va a canestro (Arcana, 2020), che potrebbe sembrare simile a un manuale di consultazione, e in effetti un poco lo è, ma è soprattutto una raccolta di brevi, divertenti, a tratti pungenti articoli pubblicati a partire dal 2014 nella rubrica omonima ospitata dal sito dailybasket.it.

A metterla così, potrebbe sembrare che questo libro sia adatto solo ai patiti del basket. E invece no, perché anche chi ha un minimo interesse per la musica popolare potrà trovarvi una miriade di informazioni, curiosità, spunti e suggerimenti di ascolto che stimoleranno la sua curiosità acustica ancor prima di quella sportiva. Dallo Stato Sociale a Katy Perry, da Claudio Baglioni agli Air, senza dimenticare gli sportivi che si sono occasionalmente cimentati con il microfono, si tratta di un panorama quanto mai completo e accurato della produzione musicale dedicata alla palla a spicchi.
Attenzione, però: accurato ma assolutamente non politically correct. Giuseppe Catani non le manda certo a dire, e non si perita nel tranciare giudizi diretti e impietosi sui brani in questione. Sempre con una grandissima gratitudine verso chi ha impiegato tempo ed energie per dedicare un brano al basket, ma quando una canzone è brutta è brutta, non ci sono mezzi termini. Nessuna offesa, sia chiaro, solo un po’ di sano divertimento e un pizzico di spirito goliardico.

Le recensioni sono divise in capitoli: La musica italiana e il basket (titolo che si spiega da solo), Stelle e stelline (qui si gioca più “ad alti livelli”, sul piano internazionale), I rapper (altro titolo che non ha bisogno di grandi spiegazioni), Dal parquet al microfono (che cosa succede quando una stella del basket si mette in testa di cantare), Gli outsider (quelli, cioè, che “ballarono una sola estate”). Una piccola enciclopedia, insomma, atta a stimolare la curiosità del lettore.
Queste poche righe hanno stimolato anche la vostra? E allora non perdete tempo, armatevi di questo libro e di un collegamento internet per ricercare su YouTube tutte le sue proposte musical-sportive. Passerete senz’altro dei momenti piacevoli uscendone con una buona dose di cultura in più.

Attenzione a una sola cosa: non fatevi fuorviare dal titolo. Qui non si parla solo di rock, ma, come recita la prefazione, “dentro ci si infila di tutto, dal rock’n’roll alla trash music, dai cantautori alle band di fama planetaria, fino ai rapper e a chi, volente o nolente, pascola nel sottobosco dell’indie”. Un menu allettante, non è vero?