Pink Floyd Story
- Autore: Stefano Magnani
Piccolo libro che parla della storia dei Pink Floyd. Dall’inizio, nel 1965, il debutto con Arnold Layne, sino al 1987, con A Momentary Lapse Of Reason. Essendo stato pubblicato negli anni 80, chiaramente dalla storia rimane escluso The Division Bell, uscito nel marzo del 1994.
Una storia che vede protagonista un gruppo di studenti di Cambridge. Un manipolo di ragazzi che decidono di formare un gruppo rock. Abdads, Sigma 6… Quante volte cambiarono nome. E formazione. Ogni volta che un loro amico diceva che il nome della band non era bello o adatto, lo cambiavano.
Finché uno studente particolarmente brillante, di nome Syd Barrett, non decise di chiamarli Pink Floyd. Dal nome di due bluesman della Georgia, di cui aveva un disco. Pink Anderson e Floyd “Dipper Boy” Council. Così nacque il mito.
Un mito che iniziò col 45 giri Arnold Layne/Candy And A Currant Bun. La prima canzone fu un successo clamoroso. La storia era semplice. La madre di Syd affittava stanze a delle collegiali. Quindi v’erano sempre sfilate di reggiseni e mutandine a stendere al sole. E Arnold, o chiunque fosse, ne faceva incetta. Non lo presero mai. La seconda canzone, in teoria, avrebbe dovuto chiamarsi Let’s Roll Another One, ma fu censurata.
Arrivò il primo album, The Piper At The Gates Of Dawn. Pietra miliare della storia della musica psichedelica, conteneva due pezzi che diverranno storici per I Floyd: Interstellar Overdrive e Astronomy Dominé. Successivamente, durante il secondo album, A Saucerful Of Secrets, Syd abbandonò il gruppo. Arrivò David Gilmour. Quindi uscirono More, Ummagumma, Atom Heart Mother, Meddle e Obscured By Clouds.
Nel 1973 la svolta. I Pink Floyd incisero un album che avevano già eseguito dal vivo: The Dark Side Of The Moon. Fu l’apoteosi. I successivi album, Wish You Were Here e Animals, sebbene capolavori, erano stanchi. I Floyd erano disorientati dall’eccessivo successo di Dark Side. Poi giunse The Wall. Ed entrarono ancor di più nella storia.
Gli anni ’80 segnarono un taglio netto nella loro storia. Con The Final Cut, appunto, Roger abbandonò il gruppo, che tornò nell’87 con A Momentary Lapse Of Reason. Non era affatto finita…
Ce ne sarebbero di cose da dire ancora, ma dovrei ricopiare il libro. Leggetelo e scoprite gli aneddoti più curiosi sui quattro di Londra, non ve ne pentirete.
- Titolo: Pink Floyd Story
- Autore: Stefano Magnani
- Editore: Edizioni Blues Brothers
- Pagine: 111
- Edito: 1989
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