Il Pirandello dimenticato
- Autore: Pierluigi Pirandello e Alfonso Veneroso
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2017
Quali aspetti della vita privata di grandi uomini è dato conoscere al pubblico? I sogni, la quotidianità e le difficoltà dei personaggi illustri rimangono celate per sempre ai più. Noi lettori, parte del grande pubblico cosa possiamo sapere, ad esempio, della famiglia Pirandello che non siano eventi arcinoti? In nostro possesso abbiamo solo dati biografici, talvolta monotoni, rintracciabili in fonti cartacee o multimediali. Ma la vita dei grandi o frammenti di essa a noi curiosi lettori non è dato condividere.
In questa lunga e onesta intervista concessa a Alfonso Veneroso, Pierluigi Pirandello, primo nipote del grande drammaturgo, mette a nudo la quotidianità, le gioie e le fatiche di chi è parte di una famiglia così nota, di una famiglia che è parte della Storia italiana. Il Pirandello dimenticato (De Luca Editori D’Arte, 2017) è un’occasione per noi lettori di conoscere più da vicino non solo [Luigi Pirandello>https://www.sololibri.net/Pirandello-la-vita-e-le-opere.html], ma anche Fausto e la sua pittura innovativa.
Le “risposte - narrazioni” di Pierluigi Pirandello, alternandosi all’ampio corredo fotografico (scatti della famiglia e opere d’arte) ricompongono con dolcezza frammenti di vita di questa famiglia, lasciando intravvedere al di là di esse sprazzi dei grandi eventi della storia del Novecento.
La gioia e il senso di disappunto che provò Luigi Pirandello nello scoprire di avere un nipote, nato a Parigi il 5 agosto 1928, e il sostegno economico che offrì al figlio Fausto, divenuto ora padre.
I discorsi sull’Estetica che, nell’estate del 1936 ad Anticoli Corrado, il padre Luigi e il figlio Fausto fanno di fronte al giovane Pierluigi, che li ricorda come “accesissimi” per il diverso modo che i due avevano di considerare le arti figurative. Tre generazioni a confronto. Da questa sua rievocazione apprendiamo che suo nonno Luigi, nelle ore pomeridiane, mentre scriveva I giganti della montagna, dipingeva come suo figlio e tra i suoi soggetti c’è proprio lui, Pierluigi, al tempo “intimidito dalla figura di un nonno celebre”.
Il rapporto complesso tra un padre, e suo figlio, due grandi artisti che hanno scelto due campi esperienziali diversi: la parola il padre, l’immagine il figlio. I due uomini vengono narrati con sereno equilibrio dal nipote, che comprende la forza che suo padre ha dovuto dimostrare presentandosi al suo mondo con il suo nome: Pirandello; senza pseudonimi, lui, figlio di un premio Nobel per la Letteratura, un gigante del nostro Novecento.
Il giovane Pierluigi, che poi diventerà avvocato e frequenterà il Foro di Roma fino agli ottantaquattro anni, è testimone da sempre del genio del padre, che segue e che rispetta anche quando questi lo richiama per essere arrivato in ritardo a casa e il figlio risponde pacatamente che ha dovuto aspettare il suo turno per discutere la sua Tesi di laurea. Un figlio amorevole che comprende e ama il padre, infatti ne ricorda i momenti condivisi:
“Un misto di odori, di sensazioni fisiche, sguardi e osservazioni, si sono impresse profondamente nella mia memoria. Mio padre Fausto mentre dipingeva fumava moltissimo. Spesso lo vedevo accendere una sigaretta con la cicca di quella precedente. Questo suo bisogno gli aveva causato un principio di enfisema polmonare, per questa ragione il delicato e faticoso lavoro di preparare con la cementite le tavole su cui dipingere lo affidava a me…”
All’epoca Pierluigi aveva dodici anni ma era orgoglioso di suo padre. Ne narra, infatti, altri numerosi aneddoti: ad esempio quando negli anni della seconda guerra mondiale raccoglieva per lui cartoni sui quali dipingeva (erano anni difficili e “c’era una spaventosa scarsezza di cibo e i miei genitori fecero numerosi scambi di cibo con i quadri fatti da mio padre”), o ancora di quando sua madre, Pompilia diventava gelosa delle modelle, talvolta le cameriere di casa e… “succedeva il finimondo”!
Anche Pompilia era stata modella per Fausto, anzi la sua prima Musa ispiratrice, poi sua moglie. Sempre del padre, dice che “ogni volta che aveva terminato un quadro lo rivoltava. Era solito girare il dipinto con la faccia al muro per non vederlo. Dopo circa un mese lo rigirava…e dava inizio il suo giustizio a freddo. I due quadri che mi colpirono di più furono due: La pioggia d’oro e La scala”. Lascio a chi leggerà questa recensione il piacere di scoprirlo.
Ad Anticoli Corrado, terra natale di Pompilia, Fausto Pirandello e altri pittori trovarono nelle donne del popolo, bellissime contadine in grado di posare per ore, donne belle e abituate alla fatica. Oggi in questo Comune laziale c’è un Museo di Arte Contemporanea che ospita le opere di Fausto Pirandello.
Nel volume, Pierluigi ricorda anche scelte, talvolta dolorose, per suo nonno Luigi, ma anche l’amore e la preoccupazione per il figlio Stefano, il sereno incontro con il re di Svezia e la sua ultima decisione testamentaria, avversata dal regime.
Pierluigi Pirandello ha contribuito e promosso con sua moglie, la dottoressa Giovanna Carlino, numerosi artisti e attività culturali in un piccolo teatro della sua casa romana. Oggi, dopo la sua recente scomparsa (2018), Giovanna Pirandello continua instancabilmente nella promozione della fondazione intitolata a Fausto Pirandello (2011) e a promuovere la Bellezza, attraverso le opere di Fausto Pirandello.
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