Pittata d’argento di Aldo Pera

Ecco l’opera prima del professore siciliano Aldo Pera, un romanzo storico, sociale, di denuncia ma, soprattutto, un romanzo verista dove regna un amore incontrastato verso la sua terra: la Sicilia. Terra povera, misera, abbandonata dallo Stato e lasciata in balìa della mafia. È dunque questa terra la protagonista del racconto romanzato ambientato negli anni Sessanta, una terra sofferente e derisa ma mai buia poiché illuminata dalla luna, “Pittata d’argento”, come afferma il titolo del libro; sullo sfondo il mare di Selinunte, la luce della luna e l’ombra della mafia.

Accolto molto bene dalla critica, il romanzo è stato presentato al Salone del libro di Torino e il giornalista de Il Sole 24 Ore Roberto Carnero ne ha scritto:

“Un romanzo in cui gioca un ruolo centrale un attento lavoro sullo stile. Ne risulta un’opera di interessante sperimentalismo letterario”.

Aldo Pera riprendendo i canoni verghiani ci presenta un romanzo corale, dove il protagonista è l’intero villaggio di pescatori, i vinti della storia, della società, che ogni giorno devono assistere a tempeste, a lutti, a malattie, al potere indomabile della mafia e ad amori impossibili. La storia del villaggio viene raccontata seguendo le tappe fondamentali della formazione di due amici: Giovanni (l’io narrante), appartenente alla classe borghese, e Cola, figlio orfano di un pescatore che per fame si troverà invischiato in frequentazioni poco raccomandabili.

“Pittata d’argento”, ripercorrendo momenti cruciali della storia della Sicilia, come il terremoto del 1968, è un affresco terribilmente reale della nostra isola che vale la pena leggere.