

Più grande del cielo
- Autore: Virginie Grimaldi
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: E/O
- Anno di pubblicazione: 2025
Ecco di nuovo la penna leggera, lo stile scorrevole, le trame accattivanti che hanno fatto della scrittrice di Bordeaux Virginie Grimaldi l’autrice francese più letta negli anni venti di questo secolo tanto cupo e dunque desideroso di un po’ di ottimismo: tradotto per E/O da Alberto Bracci Testasecca, il romanzo Più grande del cielo (2025) mette in scena due personaggi, che ogni mercoledì si incontrano casualmente nella sala d’aspetto del dottor Chaumet, uno psicoterapeuta.
Non si conoscono, arrivano nello studio con un fardello di pene, a ciascuno la sua: Elsa è divorziata, ha un figlio, Tristan, che ha scoperto da poco di essere gay e la maltratta; inoltre ha perso da poco l’amatissimo padre e il dolore le è insopportabile. Piange spesso, vuole stare sola, non sopporta neppure il lavoro, è impiegata in una agenzia funeraria, è aspra con chi le sta intorno: davvero pochi ormai. Vincent Picard è un romanziere di successo, insperato: neppure lui riesce a spiegarselo. Divorziato da Anais, padre di due bambine preadolescenti, sempre in ritardo, ha avuto molte storie femminili ma non riesce a trovare pace ed equilibrio affettivo, sempre in fuga da sé e dagli altri. Scrive ovunque, arrossisce, perde treni, cambia casa editrice, fedele alla sola editor Mathilde, che lo segue e lo sopporta.
L’incontro dei due, Elsa e Vincent, avviene in modo sporadico, oltre all’appuntamento dal terapista non hanno molte altre occasioni. Ma una serata di pioggia, sciopero dei treni e blackout elettrico costringe Vincent a rivolgersi proprio a Elsa, di cui ricorda la casa. Lei lo riceve malvolentieri, bagnato come un pulcino, affamato, imbarazzato. Trascorrono lunghe ore insieme, parlano, bevono, si riscaldano, sentono musica, si trovano in sintonia. Poi buona notte, il divano lui, la sua camera lei. La mattina dopo Vincent parte, le manda un messaggio, non avrà risposta. Tre anni dopo, ecco una nuova puntata della storia, quella definitiva.
Più grande del cielo è un romanzo che mette insieme il mondo dell’editoria, delle fiere letterarie, delle ansie per le classifiche con gli editor in fibrillazione, dei firma copie dove lettori compulsivi, lettori nevrotici, lettori senza nulla da fare e critici severi distruggono scrittori invidiati perché troppo ricchi e famosi. Vincent, fotografato sulle pareti dei bus cittadini, riceve da una lettrice il commento acido “Certo che Photoshop fa miracoli”, una delle battute più ironiche del libro.
Una storia d’amore e di libri, di incontri e di perdite, di lutti irrisarcibili e anche indicibili, che però, alla fine, attraverso gesti di tenerezza e dolcezza, riesce a decollare regalando ai lettori, descritti dall’autrice che mostra di conoscere molto bene quei meccanismi stritolanti del mondo dell’editoria, qualche momento di divertimento, di leggerezza, di empatia e di commozione. Ci sa proprio fare Virginie Grimaldi, regalandoci personaggi costruiti con sapienza e amore.

Più grande del cielo
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