

Portofino blues
- Autore: Valerio Aiolli
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Voland
- Anno di pubblicazione: 2025
Credo che la storia d’Italia sia percorsa in parallelo da un identico filo rosso, un filo rosso invisibile seppure percepibile, che lega l’evidente con l’inapparente, il terso con il torbido, la realtà dei fatti con la mistificazione dei fatti. Ho lasciato lo scrittore Valerio Aiolli fra i chiaroscuri della nazione fascio-golpista anni Settanta, lo ritrovo fra le malebolge economico-elitarie dell’Italia anni Duemila, variante altolocata di un sottobosco rimasto identico nei malaffari e male-relazioni; nella vocazione agli intrighi, nella fattispecie internazionali. Entro più nel dettaglio. Il nuovo romanzo dello scrittore civile Valerio Aiolli si intitola Portofino Blues (Voland, 2025) e verte su un fattaccio di nera fra i più clamorosi del terzo millennio.
Verso le sette di sera di lunedì 8 gennaio 2001, la contessa Francesca Vacca Agusta, primattrice del jet set nazionale e transnazionale, diventa uccel di bosco, sparisce: nessuna traccia dietro di sé. Dovranno passare una ventina di giorni per il ritrovamento del cadavere. In mare, prossimo a una baia della Costa Azzurra. La nera gossippara dei quotidiani, per non parlare dei palinsesti pruriginosi della tv pomeridiana, con il mistero del cadavere eccellente ci camperanno per anni: tutto inutile, come cantava Dylan, la verità soffia ancora nel vento, alimentata da una rete fittissima e irrisolta di interrogativi: cosa o chi ha fatto sì che la contessa precipitasse in mare da una rupe? Chi c’era (se c’era) con lei quel tardo pomeriggio? Si è trattato di un gesto inconsulto? Suicidio? Omicidio? O di semplice fatalità? Sin dalla notte della Repubblica (Zavoli) l’Italia sguazza, specula, fa audience sui quesiti irrisolti della sua storia: il pregio più evidente del romanzo di Aiolli è quello di non accondiscendere al pettegolame da Dagospia (se è per questo nemmeno ad arbitrarie tentazioni dietrologiche) per dar spazio a un’ampia ricostruzione che finisce con l’essere lo spaccato da brividi dell’Italia occulta-occultista-occultata, dove intrecci sentimentali, lasciti a infiniti zeri, imbarcazioni alla love boat e giri di denaro che noi umani possiamo solo immaginare coincidono con trame nazionali e internazionali affacciate su Liguria, Lombardia, Svizzera, Tunisia, Miami, Acapulco. Quando si dice che tutto il mondo è Paese. Se di mezzo ci sono politica e interessi economici, più che mai.
I miei amici più cari sanno che almeno da un anno sto scrivendo qualcosa che ha a che fare col Messico. ‘Anche col Messico’ preciso se messo alle strette. Non aggiungo altro. Il motivo per cui sto scrivendo queste frasi che (forse, un giorno) entreranno a far parte di un libro non riguarda i miei amici, e neanche le persone che (forse, un giorno) lo leggeranno. Troppo spesso viene chiesto agli scrittori perché abbiano deciso di scrivere una certa storia (“Come nasce l’idea”) e troppo spesso gli scrittori si piegano a rispondere, arrampicandosi sugli specchi per spiegare l’inspiegabile. Quasi mai sappiamo come nasce l’idea. Non c’è quasi mai un vero motivo per scrivere una storia. L’unico motivo è che ci siamo messi a scrivere quella storia per scoprire qualcosa che esisterà solo se riusciremo a scriverla.
In questo prologo autobiografico del romanzo (Messico, un giorno qualunque del 2022), Valerio Aiolli restituisce non soltanto il generico senso oscuro dello scrivere, ma anche il movente ineffabile di una storia di cronaca vera con i crismi per assurgere a meta-romanzo italiano – una protagonista molto ricca e molto controversa, discussa come storia politica e alta finanza di quegli anni – che con Portofino blues difatti ci diventa.
Attraverso un funzionale alternarsi interno-esterno (“dentro” e “fuori” la Villa Altachiara di Francesca Vacca Agusta, riflesso del "dentro" e "fuori" le psico(pato)logie dei personaggi), Valerio Aiolli intesse la trama minuziosa di un romanzo poderoso, tenace, meta-storico, in quanto emblematico e dai tratti perturbanti. Un simil-noir che è anche una simil-inchiesta, e che convola in un finale segnatamente aperto, a dispetto - o forse sulla scorta? - della ridda di protagonisti, articoli, testimonianze, dichiarazioni narrativizzate, che negli anni hanno concorso alla mitologia chiaroscurale di uno dei tanti (troppi) misteri italiani. Irrisolti.

Portofino blues
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Portofino blues
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Una bella e accurata recensione su un libro davvero notevole: ricco di dettagli, approfondimenti e suggestioni scritto in stile originale e impeccabile.
Una storia che fa riflettere da molteplici punti di vista.