Praga. Capitale segreta d’Europa
- Autore: Franco Cardini
- Genere: Letteratura di viaggio
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: il Mulino
- Anno di pubblicazione: 2020
Non sono incline al pensiero irrazionale: l’aggettivo “magica” che uso per definire Praga andrebbe assunto, allora, in senso traslato, tutt’altro che esoterico. Trattandosi di un luogo iniziatico per eccellenza, meglio specificare: la città ha un suo fascino, per così dire, ipnotico, ma nulla che non si spieghi con la storia e la sospensione di incredulità di chi la osserva. Qualcosa di sottile, che va oltre il gradevole struggimento che negli animi predisposti può indurre un tuffo nella Mitteleuropa. Praga è Praga, non si traduce, si racconta semmai. Una tautologia urbana che banalizza ogni ulteriore tentativo di attribuzione.
Nell’ottimo lavoro che le dedica, Praga. Capitale segreta d’Europa (il Mulino 2020), lo storico Franco Cardini non ricorre alla parola “magica” per descrivere la propria infatuazione. Si ferma a un soffio, cioè, dal sortilegio – carnale e spirituale – che esonda dagli ori e dai neri, dai rimandi dei granati e dei cristalli della città: Praga è come una donna dal fascino irresistibile.
“Queste pagine […] nascono da un innamoramento per qualche verso simile a una delle continue febbri erotico-sentimentali di quelle narrate da chi, più che possedere le donne, ne è posseduto: don Giovanni, Casanova, Kundera […]. Come definire questo libro, forse ambizioso, forse velleitario? Certo non è una storia di Praga, e nemmeno una guida. Se proprio fossi costretto, ammetterei di avere avuto l’ambizione di proporvi un piccolo ‘companion spirituale’.”
Così accenna nell’incipit (pp. 9-11) del suo libro, di cui si apprezza in primo luogo, il fatto che si spieghi per sottrazione – è vero: non è un saggio canonico, non è una guida di Praga, non è la storia di Praga, e nemmeno la storia delle sue leggende e dei suoi tesori; anche se di storia il testo sovrabbonda –.
Quello ordito da Franco Cardini è, in altri termini, un girovagare per libere esplorazioni/divagazioni fra i topoi suggeriti da una città caleidoscopica senza eccessi. Un modo di risponderle a tono, ma senza strafare: alle suggestioni promanate da Praga, Cardini risponde cioè con altrettante suggestioni narrative: il transitare interno/esterno attraverso la fisiognomica della Praga luci/ombre, e forse sì, per questo misteriosa.
In trecento e passa pagine di assoluto nitore, se ne rivisitano gli aspetti storici e quelli, in certo qual modo, agiografici: il Sessantotto anti-sovietico; i romanzi di Milan Kundera, il ponte Carlo dalle innumerevoli statue, che occhieggia la Moldava; i retaggi alchemici dell’imperatore Rodolfo; quelli oscuri dell’occupazione nazista; il cimitero ebraico; le visioni ontologiche di Kafka e quelle misteriche di Gustav Meyrink e del suo Golem. Lui sì che considerava Praga una “soglia”. Un ponte sospeso tra reale e aldilà. Il libro di Cardini attraversa tutto questo, e da questo si allontana e ritorna, reiterando impressioni e dissezioni (storiche, architettoniche, letterarie) minime e massime. Mozart che visita Praga e poco tempo dopo muore, e il risorgimento ceco della prima metà dell’Ottocento. Per dirne due.
Anche nel caso in cui muova da inquadrature giocoforza convenzionali, Franco Cardini riesce insomma nell’arduo compito di trascenderle in declinazioni non scontate, rinfocolando il fascino in sé di una città non pedissequa che forse si poteva raccontare soltanto in modo non pedissequo. Ottimo lavoro per un libro che è quasi una lunga dichiarazione d’amore. Di quelle non melense, però.
Praga. Capitale segreta d'Europa
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