Laura Laurenzi è la vincitrice del 47esimo Premio Brignetti con il suo “La madre americana”. Il suo nome è stato annunciato dal presidente della Giuria Brandani. Il libro, edito da Solferino, si aggiudica la vittoria del Premio Letterario Internazionale Isola d’Elba - Raffaello Brignetti ritirato nel corso della cerimonia ufficiale. A rendere nota la notizia ci ha pensato, nel corso di una conferenza stampa, il presidente della Giuria Letteraria commentando: "Un’educazione sentimentale nell’Italia della Dolce Vita. È una memoria di vita famigliare e italiana del XX secolo. Vicende private si intrecciano con la storia nazionale e in virtù di una scrittura tanto limpida quanto efficace si dipinge l’affresco del secolo che abbiamo alle spalle".
“La madre americana”: la scrittrice, l’incipit e il motivo della vittoria
“La madre americana” è l’opera di Laura Laurenzi, firma di Repubblica, che è ad oggi una delle più celebri giornaliste di costume in Italia. Oltre a questo, ha pubblicato altri libri di successo come “Liberi di amare” e “Il giorno più bello” oltre ad essere coautrice dell’autobiografia di Marta Marzotto “Smeraldi a colazione”. Dopo la conferenza stampa con la quale è stato annunciato il nome della vincitrice tenutasi all’Hotel Airone di Portoferraio, l’albergo è anche il luogo della cerimonia di premiazione alle 21.30 condotta dal giornalista e conduttore del TG1 Marco Frittella e dalla showgirl Valeria Altobelli.
Perché è stato scelto proprio questo libro? La giuria ha dato un’esaustiva motivazione partendo proprio dall’incipit, definito “speciale, di rara intensità, che quasi contiene in essenza l’intera opera”. Eccolo di seguito:
“Mia madre non era come le altre madri: era americana. Lavorava molto, era una donna solida e idealista, che credeva in quello che faceva. Non aveva niente in comune con le altre mamme. Non l’ho mai vista giocare a carte e neanche prendere il tè con le signore, non portava bracciali d’oro con tanti ciondoli e nemmeno i foulard firmati. E non l’ho mai vista neppure cucinare. Arrivata qui a Roma subito dopo la guerra con la sua divisa da ufficiale dell’esercito degli Stati Uniti d’America, scelse di essere utile agli altri. Sull’onda del Piano Marshall, anno dopo anno strappò alla povertà e alla malattia 11.385 bambini italiani cui la guerra aveva tolto tutto, anche il diritto di sperare e di sognare. Era una donna di grande forza d’animo. Nulla lasciava presagire che la sua vita sarebbe stata così breve”
In queste poche righe, per la giuria, l’essenza del libro appare cristallina: si parla di una vita talmente tanto memorabile e di una fine tanto precoce, come fosse una sparizione, un’assenza che non smette mai di fare male. Il romanzo è pregno di realismo: il lessico famigliare, i codici, i dialoghi, le sfumature di significato, i caratteri, le personalità. La storia racconta dell’educazione, della crescita e del distacco dagli affetti. Questo libro è un memoir perfettamente in grado di coinvolgere e commuovere il lettore, la storia profonda e intima di una famiglia, un testo prezioso per capire ciò che è stata l’Italia del Dopoguerra.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Premio Brignetti: vince "La madre americana" di Laura Laurenzi
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