Prevedere l’imprevedibile
- Autore: Vito Teti
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Donzelli
- Anno di pubblicazione: 2020
Vito Teti è professore ordinario di Antropologia culturale dell’Università della Calabria, studioso di tradizioni popolari, autore di moltissimi saggi, componente di organismi e comitati scientifici, italiani e stranieri. A giugno 2020, per la casa editrice Donzelli, è stato pubblicato il suo saggio Prevedere l’imprevedibile.
Per non coglierci impreparati rispetto a eventi come la pandemia, dovremmo riacquistare la capacità di interpretare i segni che avvisano e consentono di schivarne gli effetti peggiori per ritrovare l’equilibrio
“nel modo di vivere il pianeta che abitiamo […]. Si tratta di utilizzare le conoscenze scientifiche e i progressi tecnologici al fine di soddisfare altre priorità: la cura delle malattie, il risanamento dell’ambiente, la lotta alle diseguaglianze, l’eliminazione della povertà”.
Per superare le catastrofi, bisogna modificare il punto di vista e considerarle possibili, addirittura elementi necessari. In un libro di poche pagine, denso di contenuti e di stimoli, l’autore richiama molte figure mitologiche, come quella del vampiro, un essere oscuro, indefinibile, spesso assimilato al pipistrello al quale molti scienziati hanno attribuito lo spillover, il salto di specie, origine dell’attuale pandemia. Il vampiro ricorda i miti, così il pipistrello ci porta nel mondo moderno, agli allevamenti intensivi e al sistema di produzione che rompe gli equilibri della natura.
Ripensare il futuro è possibile recuperando gli insegnamenti della cultura popolare e della cultura letterario-filosofica, partendo dalla consapevolezza del limite al progresso. Non esiste una crescita senza fine nel pensiero di Gioacchino da Fiore, richiamato da Barak Obama al suo insediamento da presidente degli Stati Uniti, e menzionato da Dante come “di spirito profetico dotato”:
“Il pensiero apocalittico dell’Occidente […] è stato alla fine incorporato come qualcosa di estraneo all’idea di un progresso lineare, inarrestabile. Forse ora un grande pensatore e filosofo […] come Gioacchino da Fiore, che ha influenzato il pensiero religioso e laico, dal medioevo ai nostri giorni, potrebbe essere letto anche da qualche non addetto ai lavori, magari da qualche politico che decide le sorti del mondo”.
L’espansione illimitata ha compromesso gli habitat naturali degli animali selvaggi e da lì è esplosa la pandemia. Vito Teti richiama il tema del futuro investigato da scienziati e filosofi, alcuni dei quali proiettati verso un “futuro radioso” in cui “uomini e donne avrebbero potuto essere sempre più longevi, sempre meno malati, perennemente giovani e quasi immortali” e altri che hanno invitato a riflettere sui limiti dello sviluppo. Vito Teti non offre soluzioni, ma profondi elementi di riflessione:
“Se una qualche possibilità di previsione esiste, non bisogna forse guardare al futuro ma piuttosto al passato, alla storia, alle memorie scritte e orali, al paesaggio”.
Bisogna sottrarsi “alla tirannia del presente” e pensare con
“responsabilità, prudenza, saggezza, etica del futuro come limitazione dei rischi e ridimensionamento dell’imprevedibile. Il futuro non è quello che avverrà domani. Piuttosto, è quello che decidiamo, pensiamo, facciamo oggi per costruire il domani”.
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