Prima dell’apocalisse
- Autore: Christopher Galt
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Nord
- Anno di pubblicazione: 2016
Se tendete all’apofenia (il riconoscimento di schemi o connessioni in dati casuali) o se avete sperimentato la condizione di wahnstimmung (lo stato di radicale spaesamento, un senso angoscioso di artificiosità) girate alla larga da “Prima dell’apocalisse” di Christopher Galt (Editrice Nord, 2016) e fatelo prima di leggerne una sola pagina perché dopo sarà troppo tardi: il romanzo vi avrà catturato e non ne uscirete più.
Non dite che non vi avevo avvisato: fuori e tra le righe “Prima dell’apocalisse” possiede una forza subdola e destabilizzante: scardinerà una a una le certezze ontologiche che avete accumulato sin qui, e nemmeno il buon vecchio cogito ergo sum potrà alla fine servirvi come ancora di salvezza.
Biblical (in originale) è un romanzo che inquieta e non perdona, imparentato stretto con la distopia tecno/ontologica di Matrix (“Che cosa vuol dire reale? Dammi una definizione di reale”) e gli studi di Kurzweil sulle intelligenze artificiali (“La singolarità è vicina”; Apogeo, 2008). Il possesso di nozioni fisico-quantistiche e neuroscientifiche può agevolarne ulteriormente la comprensione ma ciò non vuol dire che sia un romanzo tecnico, o difficile. Toglietevelo dalla testa: “Prima dell’apocalisse” è un thriller fantascientifico (?) teso, corale, visionario, alla portata di tutti. Inchioda alla pagina sulla scorta non-esclusiva delle nozioni specialistiche (è il limite più evidente del chrictoniano “Andromeda”, per esempio), attraverso l’esatto dosaggio dei meccanismi della suspense e delle suggestioni speculative che veicola.
Quel poco che è possibile rivelare del plot si riconduce al suo filo rosso principale: in un futuro prossimo venturo (che qualcuno afferma essere già accaduto), diverse persone sono preda di episodi dissociativi e allucinatori. Senza contare i fenomeni naturali, percepiti ma mai accaduti realmente (vedi terremoti non registrati dai sismografi), i suicidi singoli e di gruppo, la scritta misteriosa (“Stiamo diventando”) apparsa sui muri delle città e le bombe piazzate nei centri di ricerca più importanti al mondo. Tra ombre del passato, adepti di Fede Cieca e Simulisti, esperti scienziati e neuroscienziati, questo è lo scenario in cui si muove John Macbeth (segnatevi questo nome, non è un nome scelto a caso, alla fine del romanzo capirete perché) ricercatore psichiatrico, costretto a rivedere i propri punti fermi, a cominciare dal progetto a cui lavora e in cui crede fermamente.
Per sommi capi l’impalcatura del racconto è questa, va aggiunto in ultimo che il sotto-testo è stratificato e “Prima dell’apocalisse” è quel che si dice un meccanismo a orologeria perfettamente funzionante. Non mi pare, sin qui, se ne sia scritto abbastanza: chissà se perché non prevede la presenza di commissari, detective, killer e/o derivati vari, dalle psicologie tanto improbabili quanto seriali. Non abbiatela a male ma un po’ di (sana) curiosità verso generi altri dall’ultra-inflazionato giallo, di tanto in tanto, non guasterebbe.
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