Proibito parlare
- Autore: Anna Politkovskaja
- Genere: Politica ed economia
- Anno di pubblicazione: 2007
Cecenia, Beslan, Teatro Dubrovka: le verità scomode della Russia di Putin
Nell’ottobre 2006, la giornalista russa Anna Politkovskaja ha pagato con la vita la sua lotta volta a smascherare le bugie del regime. Quella della reporter di origini newyorkese è una testimonianza che ha spinto il Premio Terzani a raccogliere in un libro intitolato “Vietato Parlare” tutti gli scritti della coraggiosa paladina dei diritti umani. Non solo le efferate morti dei profughi ceceni, ma anche le stragi del teatro Dubrovka e della scuola di Beslan riempiono le decine di pagine raccolte dall’organizzatore del premio.
La prefazione al testo, scritta da Adriano Sofri, racconta di una donna che non si è mai arresa alla menzogna, nonostante numerosi tentativi di avvelenamento e attentati alla vita. Figlia di diplomatici ucraini, Anna iniziò ben presto a “dare fastidio” attraverso le pagine della rivista “Novaja Gazeta”, divenendo una delle croniste più audaci e intraprendenti. Minacciata più volte da gruppi armati ceceni e russi, la Politkovskaja non rinunciò a documentare ciò che di scomodo scorgeva, tanto da scrivere un testo nel 2005 intitolato “La Russia di Putin”. I suoi duri reportage sulle guerre in Daghestan e Inguscezia le portarono il Global Award di Amnesty International nel 2001, prestigioso riconoscimento per la sua attività di giornalismo d’inchiesta.
“Io vivo la vita e scrivo di ciò che vedo.”
Questo rispondeva ogni volta Anna, quando le chiedevano durante le interviste se avesse paura. Non si sono fermati i suoi aguzzini una mattina di ottobre di 4 anni e mezzo fa, quando hanno sparato ad una donna inerme che si apprestava a deporre le borse della spesa nella propria abitazione. La voce degli emarginati è stata “zittita” in un attimo, nel silenzio di un timido autunno russo.
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