La poesia che si fa canto, la poesia che si fa simbolo. Nell’anniversario della nascita di Federico Garcia Lorca ricordiamo una delle sue opere più celebri Quando spunta la luna che, oltre a rivelare l’importanza dell’archetipo lunare nella poesia di Lorca, ci offre un formidabile ritratto della psicologia dell’autore.
Il titolo originale della lirica è La Luna Asoma ed è contenuta nella raccolta Canciones (1921-1924), caratterizzata dalle composizioni brevi che richiamano il ritmo della musica popolare andalusa. In questa raccolta gli elementi della natura appaiono in un ruolo di primo piano, personificato, come in un tentativo di fuga nella poesia intima, soggettiva.
Spesso Quando spunta la luna viene analizzata soprattutto da un punto di vista fonetico proprio per la peculiarità della suddivisione in sillabe e per le molteplici sinalefe (unione di due vocali di parole contigue) create dal verso. Non possiamo leggerla né comprenderla appieno svincolandoci dalla sua sonorità che rappresenta un elemento imprescindibile della sua composizione.
Il simbolo della luna in Lorca
La descrizione del paesaggio lunare viene interiorizzata sino a farsi allegoria dell’intimità dell’anima umana: la luna di Lorca è un simbolo, si fa riflesso specchiante dell’infinitezza del cuore. Nelle poesie dell’autore il richiamo alla Spagna, all’eterna estate del suo clima, sembra una costante: lo ritroviamo anche in Conchiglia, dove il mare canta e nella poesia gustativa Agosto con il suo tramonto di “pesche e zucchero”. In questi versi fa capolino di nuovo attraverso il rimando al gusto: il poeta cita le arance e la frutta verde e gelata, dando corpo a un immaginario estivo in cui si assiste al trionfo dei sensi. All’epifania della prima parte della poesia - degna dell’idillio leopardiano Alla luna - fa da contraltare l’angoscia degli ultimi versi, in cui l’atmosfera si fa improvvisamente cupa, tetra.
La Luna Asoma presenta inoltre un dedicatario speciale: José F. Montesinos, fratello di Manuel Fernández Montesinos, sindaco di Granada assassinato dai nazionalisti nel 1936 durante la guerra civile spagnola. Montesinos frequentava con Lorca il circolo Riconcilio del Cafè Alameda di Granada.
Scopriamone testo, analisi e commento.
“Quando spunta la luna” di Federico Garcia Lorca: testo
Quando spunta la luna
tacciono le campane
e i sentieri sembrano
impenetrabili.Quando spunta la luna,
il mare copre la terra
e il cuore diventa
isola nell’infinito.Nessuno mangia arance
sotto la luna piena.
Bisogna mangiare
frutta verde e gelata.Quando spunta la luna
dai cento volti uguali,
la moneta d’argento
singhiozza nel taschino.
“Quando spunta la luna” di Federico Garcia Lorca: testo originale
Cuando sale la luna
se pierden las campanas
y aparecen las sendas
impenetrables.Cuando sale la luna,
el mar cubre la tierra
y el corazón se siente
isla en el infinito.Nadie come naranjas
bajo la luna llena.
Es preciso comer
fruta verde y helada.Cuando sale la luna
de cien rostros iguales,
la moneda de plata
solloza en el bolsillo.
“Quando spunta la luna” di Federico Garcia Lorca: analisi
Se dovessimo trovare un corrispondente italiano per la poesia musicale e simbolista di Lorca sarebbe il cantautore Francesco De Gregori che, proprio come il poeta spagnolo, ci ha abituato alle immagini contrastanti, ai parallelismi folgoranti, agli ossimori, ai contrasti tra le pagine chiare e le pagine scure. La frutta verde e gelata di Federico Garcia Lorca sembra un’immagine gregoriana; la parola coinvolge i sensi, la vista e il gusto in particolare, restituendoci una sensazione precisa. Anche la moneta d’argento che singhiozza nel taschino, restituendoci una forte idea di solitudine e povertà, sembra un’immagine del cantautorato gregoriana: il mendicante arabo che ha qualcosa nel cappello in Alice o il bambino con la pioggia nelle scarpe che conclude Santa Lucia.
La poesia di Federico Garcia Lorca deve essere letta esattamente come una canzone: è melodiosa, sonante, ci restituisce la musica antica e ritmata dei canti popolari, suonati come litanie, imparati a memoria come proverbi.
In Quando spunta la luna il poeta ci sta descrivendo un paesaggio surreale, quasi onirico: in una notte estiva di luna piena il mare ricopre la terra come un lungo lenzuolo e il silenzio avvolge ogni cosa come una musica.
Sembra quasi di essere in un sogno; la luna torna ad avere la sua accezione stregata, di sortilegio, è l’incantesimo della notte delle streghe, del risveglio dei lupi mannari, pare capace di soggiogare l’umano portandolo in un’altra dimensione più immaginifica e, probabilmente, non salvifica.
“Quando spunta la luna” di Federico Garcia Lorca: spiegazione
Non possiamo analizzare Lorca prescindendo dal suo simbolismo, che è riflesso della psicologia interiore del poeta. L’archetipo della luna è una costante nella poesia lorchiana, a partire dalla Romanza della luna: la luna in Lorca è divinità celeste, ma anche ammaliatrice, solitaria, ossessivamente associata al colore verde. La luna al suo apparire è legata a quel substrato primordiale, al suo legame con le culture ancestrali che la personificano attraverso la mitologia. Simbolo atemporale, universale, la luna diventa immagine di fertilità, ma anche di sacrificio, di purezza e crudeltà.
Il potere della luna opera una sorta di incantesimo sugli esseri umani, riesce a soggiogarli alla propria volontà: ecco dunque che il cuore si riflette nella luna piena, vi si specchia riscontrandovi con stupore la propria stessa infinitezza.
In Quando sorge la luna il paesaggio da esteriore diventa interiore e l’incantamento della luna assume le sembianze oscure di un maleficio: dopo aver scoperto con sgomento l’infinitezza del proprio cuore, l’uomo prova una inenarrabile solitudine, prende coscienza della propria miseria, dell’unica “moneta d’argento che singhiozza nel taschino”, simbolo tragico del suo stato mortale.
Il colore verde nella poesia di Lorca è premonitore di morte; dunque non è un caso che alle immagini evocate si accompagni un presagio sinistro nel cupo finale.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Quando spunta la luna”: l’archetipo lunare nella poesia di Garcia Lorca
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