Quelli che ci salvarono
- Autore: Jenna Blum
- Anno di pubblicazione: 2012
Pubblicato per la prima volta in Italia nel 2007 da Neri Pozza, Quelli che ci salvarono di Jenna Blum è ripubblicato nel 2012 da BEAT.
Le due esistenze di Anna Brandt e Trudy Swenson, madre e figlia, sono narrate in questo coinvolgente romanzo in due piani sequenza paralleli tra passato e presente, dove la II Guerra Mondiale e l’Olocausto sono raccontati dalla parte della popolazione tedesca.
Weimar, 1939, primi mesi di guerra. La diciottenne Anna vive insieme al dispotico e ottuso padre Gerhard nella Elternhaus “la casa della sua infanzia, un luogo dall’aria rispettabile”, anticamente un padiglione di caccia. Anna potrebbe essere la classica “brava ragazza tedesca” da ammogliare a “uno sposo modello Sigfrido” se non fosse già innamorata, ricambiata, del Dottor Max Stern di religione ebraica che collabora segretamente con la Resistenza. La relazione tra Max e Anna è quindi una Rassenschande “una contaminazione razziale” come la chiamano i nazisti. Incurante del pericolo, Anna nasconde Max dentro il ripostiglio della propria abitazione, ma quando il padre scopre la loro relazione denuncia il medico che viene preso dalle SS e portato nel vicino campo di concentramento di Buchenwald “sulla collina dell’Ettersberg, nel bosco su in montagna” istituito “per prigionieri politici, criminali, ebrei e chiunque rechi offesa ai nazisti”. Ad Anna non rimane altro che rifugiarsi presso la casa di Frau Mathilde Standt dal “generoso girovita ben strizzato nel grembiule” che gestisce un forno nel quartiere ebraico e che in segreto consegna messaggi cifrati e pane ai prigionieri del vicino campo. Anna aiutata da Mathilde dà alla luce la figlia di Max, Trudy, ma tutto sembra precipitare quando la fornaia viene scoperta e uccisa. Lo stesso giorno della morte di Frau Standt, Horst von Steuern, uno dei più alti ufficiali di Buchenwald, si presenta al forno e fa chiaramente capire ad Anna che avrà salva la sua vita e quella di Trudy solo diventando la sua amante (“Non sono venuto per il pane”). Ogni giovedì fino a pochi giorni prima dell’Ora Zero, cioè il giorno dell’arrivo degli americani a Weimar, l’Obersturmführer si presenterà ad Anna per riscuotere una sorta di tassa sulla vita. L’ufficiale ha salvato le esistenze di madre e figlia, ma il prezzo da pagare è stato certamente alto. Una nuova vita attende Anna e Trudy oltre l’Oceano Atlantico, in America, dopo che Anna sposa il tenente Jack Schlemmer. Prima di lasciare per sempre la Germania, la bella Anna porta con sé solo una foto “vestigia del passato” che raffigura “una giovane Anna seduta, con la piccola Trudy sulle ginocchia. Dietro ad Anna, una mano posata con aria possessiva sulla sua spalla, c’è un ufficiale delle SS in alta uniforme”.
Anni Novanta, New Eidelburg. Minnesota. Trudy insegna presso il Dipartimento degli Studi sull’Olocausto della vicina Università e, guardando quella foto, ha la conferma “dei suoi ricordi più remoti”, mentre si domanda con sgomento se quell’uomo sia veramente suo padre. Non può domandarlo a sua madre perché tra le due donne da sempre vi è “un complotto del silenzio, un muro che Trudy non riesce né a penetrare né a scalare”. Solamente grazie al Progetto Memoria, una serie d’interviste registrate alle vittime dell’Olocausto farà capire a Trudy chi erano le Bacherei Engel, gli Angeli del Forno, perché la donna sa che
“la storia non è semplicemente uno studio in bianco e nero. Il comportamento umano è fatto di motivazioni più profonde e di zone d’ombra”.
Un romanzo crudo e delicato allo stesso tempo che narra il comportamento orribile dei volenterosi carnefici di Hitler, “assassini a sangue freddo”, e il coraggio di chi provò a lottare contro la bestia nazista.
Quelli che ci salvarono
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