

Racconti della percezione
- Autore: Lucia Donati
- Anno di pubblicazione: 2011
Lucia Donati ci presenta il suo secondo libro, "Racconti della percezione", pubblicato da Edizioni Simple nel 2011, non prima, però, di averci accennato qualcosa su di sé.
Una premessa sugli esordi e sui tuoi interessi...
Scrivere mi è sempre piaciuto e, circa vent’anni fa, trovandomi all’estero per esigenze di lavoro, dovetti fare i conti col pressante desiderio di esprimermi nella mia lingua. Se consideriamo che, di fondo, come già detto, c’era la passione per la scrittura, avendo a disposizione molto tempo libero, direi che iniziare a scrivere il mio primo libro è stata una naturale conseguenza. Si trattava di un romanzo, che io amo definire giallo-occulto, se proprio dobbiamo “incasellarlo” in un genere, in cui l’ambientazione era l’Antico Egitto, una delle mie passioni. Iniziai a scriverlo a mano, per poi ricopiarlo a macchina perchè potesse assumere una forma tale da poter essere visionato dagli editori a cui, poi, l’avrei inviato. Mai pubblicato, ha fatto, però, da “apripista” per tutti gli altri testi che lo avrebbero seguito.
Cosa hai scritto in seguito?
Mi sono cimentata nella creazione di poesie, che, in tempi successivi, sarebbero state pubblicate su alcune Antologie e come silloge ne “Un Mondo” (Albatros Editore, 2010).
Comunque, in un periodo di circa vent’anni, solo come “esercizi di scrittura”, ho completato diversi testi, per ora non pubblicati: il romanzo citato sopra, un testo scolastico e favole per bimbi dell’asilo, due racconti brevi fantastici, due saggi, un testo ironico, un “pezzo” di teatro dialettale, una raccolta di battute divertenti ed altri racconti brevi.
Per quel che riguarda scrittura e lettura, cosa ti interessa maggiormente?
Mi interessano tutti i generi e molto le contaminazioni. In particolare, mi piace la saggistica. Mi attrae tutta la scrittura, creativa e non; leggo soprattutto argomenti relativi alla filosofia, anche filosofie orientali, ed alla psicologia.
Ma veniamo al tuo libro...
Si: “Racconti della percezione” è il mio secondo libro, pubblicato nel 2011 da Edizioni Simple. Si tratta di una raccolta di diciannove brevi narrazioni nate in un arco di tempo di circa tre anni. Ogni volta che avevo un’ispirazione particolare mi mettevo a scrivere. Riguardando questi racconti, in seguito, mi sono accorta che avevano un filo conduttore: le premesse della percezione. Così ho deciso di raggrupparli in un libro.
Dunque il tema di fondo è la premessa della percezione...
Esatto. Si tratta di un tema importante. Infatti, se ci si basa su premesse non corrette, le conclusioni sono ovviamente errate. Si comprende bene che le conseguenze in tali frangenti possono essere, in qualche caso, addirittura disastrose. Pensiamo, come esempio su tutti, alle premesse sbagliate di una notizia giornalistica...
Qual è il suggerimento per il lettore?
In queste brevi narrazioni le premesse di ciò che si va a raccontare sono errate, sempre, e questo ci fa capire come l’attenta verifica delle stesse sia fondamentale al fine di non sbagliare direzione e di andare a finire dove "non" volavamo; suggerisco, quindi, di non abbassare la guardia e di usare il proprio senso critico come una seconda natura.
Vuoi parlare del libro più nel dettaglio?
Certo! In questi racconti, spesso permeati da un alone di giallo e di occulto, la trama è quasi sempre piuttosto complessa e serrata anche se la narrazione si svolge in poche pagine; i finali ribaltano le aspettative del lettore che, sinceramente, mi piace condurre per mano e sorprendere con qualcosa che non si aspetta proprio. Prevale la suspence ma c’è anche più di uno spunto di divertimento e non mancano aspetti poetici.
Vuoi spiegarci come nascono questi racconti? A cosa ti sei ispirata?
Volentieri! Ne citerò alcuni...
In “Chi sono?” ho pensato alla paura ricorrente di Edgar Allan Poe di rimanere chiuso in una tomba da vivo.
“Al confine” è nato da un caso, quando, per necessità, dovetti parcheggiare accanto al muro di un cimitero.
In “Storia con vampiri” mi è bastato osservare quei ficcanaso che guardano nella spazzatura altrui e... fantasticano troppo.
Per “Illusione” ho pensato ad indegni personaggi che disprezzano la vita, umana o animale, e che la valuterebbero diversamente se sapessero di stare per morire...
In “Codice segreto”, “Nascita di una divinità” e “La Fata” aleggia il fantasy .
In questo momento quali sono le tue attività relativamente alla scrittura?
In questo periodo scrivo recensioni, mi occupo di un Blog e della stesura di un nuovo libro.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Racconti della percezione
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