Ragazze di Riad di Rajaa Alsanea

Su questo romanzo, sono stati espressi da critici e lettori giudizi nettamente contrastanti: è un libro coraggioso; è un romanzetto da due lire; è un atto rivoluzionario; è il “Sex and the city” dell’Arabia Saudita. Ecco la mia opinione.
Ad una lettura superficiale, questa raccolta di e-mail (si potrebbe quasi definire un moderno romanzo epistolare) potrebbe apparirci leggerina e di poco interesse. Certo, la forma usata (quella epistolare appunto) contribuisce alla leggerezza dell’insieme, e l’argomento trattato è semplicemente la vita sentimentale di quattro ragazze di buona famiglia e per di più facoltosa, che non debbono certo lottare ogni giorno per il pane da portare in tavola ne’ per avere la possibilità di studiare, anzi possono viaggiare spesso, comperare abiti firmati, fare shopping senza problemi. Quattro ragazze che s’innamorano degli uomini sbagliati o di quelli giusti, che piangono per amore e poi si consolano o giurano di non volerne più sapere... Eh no, non è esattamente quello che ci aspettiamo da un libro che tratta di donne musulmane e della loro condizione di vita. Non ci sono donne segregate in casa ne’ mariti che impediscono ad ogni altro uomo di alzare gli occhi sulla propria moglie, nessuno viene forzato ad un matrimonio che non vuole. Le ragazze del libro (Sadim, Michelle, Qamra e Lamis) si sposano sempre consenzienti, chattano in internet e si scambiano consigli su questioni intime, come le donne occidentali.
Ma non ci facciamo ingannare: si tratta della classica gabbia dorata.
D’altronde, però, chi meglio di loro, che non hanno alcun problema di sopravvivenza, potrebbe iniziare un cambiamento? E in questo senso il libro è una testimonianza importante. Per la nostra società, il fatto di sedersi ogni settimana davanti ad un computer ed inviare ad un nutrito indirizzario un’ e-mail che parla degli affari di cuore delle proprie amiche è una cosa del tutto normale, perfino un poco criticabile: è indiscreto raccontare al mondo i fatti privati di chi ci sta accanto. Ma in un mondo come quello nel quale vivono le quattro protagoniste, un’azione di questo tipo è una vera e propria ribellione. E così l’autrice del libro si mette in gioco, sebbene protegga se stessa e le sue amiche con nomi di comodo, pronta ad affrontare il riscontro positivo e l’approvazione dei sostenitori ma anche la riprovazione, le dure critiche e perfino gli insulti di chi la accusa di voler sovvertire l’ordine “naturale” delle cose, e a volte il rancore delle sue stesse amiche. Ne nasce una testimonianza che ha un enorme valore in relazione all’ambiente al quale si riferisce. Trasportatela nei quartieri alti di New York o Parigi e diventerà un insulso cicaleggio da rivista femminile. Ma in una realtà nella quale per una donna anche andare in giro a capo scoperto è tabu, perfino mandare un SMS ad un ragazzo o chiedere consiglio ad un’amica sui metodi contraccettivi rappresenta un’importante conquista. E in questo senso, leggere questo libro senza pregiudizi e cercando di comprendere la portata di questa iniziativa nata quasi per caso può rappresentare un arricchimento.