Reduce
- Autore: Giovanni Lindo Ferretti
- Genere: Storie vere
C’era una volta il punk rock. Punk islam, punk multietnico sovietico martellante. In una parola CCCP, Fedeli alla linea. C’era una volta il leader carismatico, ieratico del gruppo filosovietico per eccellenza, Giovanni
Lindo Ferretti, la sua gioventù tra l’Emilia e Berlino Est, i concerti di fronte all’Armata Rossa.
C’è il libro di Ferretti, edito da Mondadori (!), "Reduce", che mette addosso sconfinate voglie: la voglia di chiedersi se sia tutto cambiato, tutto invertito, se qualcosa possa sopravvivere alla morsa del
tempo di umano, troppo umano, o se tutto poi, perfino gli ideali infiammati si appiattiscano, scemino,
mentre cala pian piano il sipario; la voglia di viaggiare e ritrovarsi nel profondo e al contempo perdersi negli occhi degli altri, sfuggendo alle aspettative pur ritrovando se stessi.
Viene da chiedersi se già dal
sogno allucinato dei cccp non fosse tutto scritto: lo spiritualismo estremo, il cattolicesimo ritrovato,
perfino le novelle simpatie leghiste, l’ortodossia dall’eresia. Ogni pagina grida al tradimento, ogni pagina
ripete il titolo, Reduce, colui che ha la guerra alle spalle, il sopravvissuto, colui che della guerra non vuole
sentir parlare. In molti si sono stracciate le vesti, sulle rive di queste pagine, ignorando che sono iato e frattura insanabile, ma nello stesso tempo continuità ininterrotta. Pagine che sono passaggio traumatico, ma anche lento
e naturale declivio dalla gioventù ai Pgr, da Emilia Paranoica a Madre; sono lo stesso gruppo, ma anime diverse; sono gruppi diversi, ma stesse anime, intrecciate mirabilmente e scandalosamente in un solo uomo.
Il viaggio nella terra di un altro, di un altro Ferretti e di un altro da noi, rivela la complessità incredibile
dei nostri legami col cielo e con la terra, tra la Terra Santa e noi che lo vorremmo ancora Fedele alla
Linea, almeno alla nostra. La mano tesa a Dio, la mano tesa a noi, pacificata, con noi e contro, squarcio
nell’universo onestamente inspiegabile dell’uomo, dell’uomo in tutto il suo potenziale.
Quanto ci vorremmo dagli ideali immutabili, come neanche le pietre sono, con le nostre
storie in rapida corsa su strade coerenti appianate da scelte esplicitamente nostre, senza fare i conti con
l’Odissea implicita del nostro viaggio, di ogni viaggio. Leggere "Reduce" è anche accorgersi di
quanto si possa cambiare e diventare ciò che già eravamo in potenza, rimanendo in qualche oscuro modo
poi sempre gli stessi; è ritornare ad Itaca troppo diversi e ancora perfettamente coerenti con tutto ciò che
eravamo ad Itaca prima di partire. A Ferretti il ringraziamento per aver espressamente dichiarato al lettore che
l’uomo è cambiamento indefinito e nessun cambiamento nello stesso tempo, con tutto il senso profondo
di sconfitta che questo comporti. Questo libro mette addosso la voglia sconfinata di osare e perdere, così come di rimanere sempre profondamente gli stessi. A noi il compito di ricordarci di questo
libro il giorno in cui invece ci accorgeremo di essere cambiati, pur sentendoci profondamente gli stessi.
Reduce
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