Riccardo Caselli nasce a Sassuolo nel 1984. Specializzato in Psicologia sociale e per il lavoro, inizia a scrivere collaborando con un settimanale locale. Oltre che di organizzazione e dinamiche aziendali, si occupa di musica rock, yoga e filosofia schopenhaueriana. “L’Italia in vacca” è il suo esordio pubblicato da Aliberti, un quadro impietoso sul decadimento del Belpaese che l’occhio di un non ancora trentenne rende ancora più crudo.
Riccardo, intanto ti do il benvenuto a quella che non sarà la solita intervista chilometrica, ma solo 4 chiacchiere contate.
- Prima chiacchiera: “L’Italia in vacca” è un saggio nato dalle riflessioni di un giovane arrabbiato, come recita il sottotitolo. Cosa ti fa più arrabbiare, la tendenza di decadenza speriamo non inarrestabile che ha preso la nostra Italia o il fatto che i giovani si arrabbino ancora troppo poco?
La rabbia sorge quando si pensa di aver subito un danno, un torto, un’offesa. Io mi domando se i giovani non si arrabbino perché rassegnati, perché “distratti” da altro, o se piuttosto non abbiano più il senso critico per percepire la situazione Italiana come offensiva e dannosa nei confronti loro e non solo. In Cina un terzo degli under 35 è al potere, in Italia lo 0,1. La nostra è una società vecchia e immobile, fatta da vecchi per i vecchi, dove l’importante è la conservazione del potere. Cos’altro serve a un giovane per arrabbiarsi?
- Seconda chiacchiera: Nelle interviste batti molto il chiodo sullo scadimento televisivo e in generale sullo scadimento culturale. La televisione da noi propone modelli che non hanno nulla di virtuoso e meritevole e citi i tronisti e le veline. Perché secondo te i media hanno subito un tale crollo ed è davvero un crollo? Insomma, questa televisione qualcuno la guarderà pure e, se è vera la logica che la tv è fatta per compiacere e attrarre gli spettatori, allora penserei più a un adeguamento della televisione alla crescente mediocrità del popolo. Tu la televisione la guardi? E quali programmi?
Sì, è un discorso noto. Se la tv modelli la società o piuttosto la rappresenti. Magari è un rapporto bidirezionale, d’accordo, ma le evidenze scientifiche ci dimostrano come la televisione modella i comportamenti. Negli Usa, per esempio, è stato dimostrato che quando c’è un incontro di box tra un nero e un bianco, a seconda di quale viene sconfitto, nei giorni seguenti aumenta il tasso di omicidi di neri o di bianchi. Secondo me è ora che la smettano di fingere che il trash sia l’unico modo di fare ascolti. La verità è che il trash è l’unica cosa che sanno produrre i raccomandati senza qualità, infilati a caterve in televisione. I programmi belli, fatti da professionisti, non fanno meno ascolti se collocati nelle fasce orarie giuste e soprattutto bisognerebbe cominciare a proporre alla persone una televisione seria, che poco a poco apprezzerebbero sempre più, sviluppando interessi e accendendo curiosità. I programmi che guardo? Un po’ di tutto, anche il trash per potermene fare un’idea. Mi piacciono programmi come Sfide, Impero, La Storia siamo Noi, un tempo adoravo le Iene, ora meno. In generale ho notato che a partire da mezzanotte o l’una il livello si alza (quando nessuno la guarda) e a volte ci sono approfondimenti interessantissimi.
- Terza chiacchiera: L’Italia è in vacca, ma come vanno invece le cose nei paesi asiatici? Te lo chiedo perché in un’intervista li citi come esempio di modello migliore.
No, non cito i paesi asiatici come modello generale. Cito l’esempio dei giovani, che in alcuni paesi dell’Asia sono motivatissimi, al lavoro, allo studio e alla mobilità. Hanno una grande voglia di imparare ed affermarsi professionalmente e un grande spirito collettivista, valori che a volte in Italia appaiono superati.
- Quarta chiacchiera: Il tuo libro propone una soluzione: cominciare a cambiare le piccole cose, quelle della propria quotidianità per arrivare su livelli più alti e trasformare la sostanza. Cosa fai giorno dopo giorno per contribuire nel tuo piccolo alla restaurazione culturale del nostro paese?
Piccole cose. Una su tutte, rispetto la parola data e non prendo impegni che so di non poter mantenere. Dite che è poco? Beh ogni giorno almeno due persone mi dicono “sì certo” e poi fanno no, quando io chiedevo solo una risposta vera (anche negativa). Pensate quanti soldi e tempo vengono sprecati ogni giorno a causa dei “pacchi” tirati da qualcuno a qualcun altro. Una nazione dovrebbe comportarsi come una squadra. Inoltre, negli articoli che scrivo spero di dare un contributo nel diffondere valori positivi. Poi sinceramente c’è tantissima gente che fa cose molto più utili di me e basterebbe che tutti glie ne rendessimo merito, per ricostruire un sistema di valori accettabile. …
Questa era l’ultima chiacchiera: non mi resta che salutarti e ringraziarti per aver accettato il mio invito. Se vuoi lasciare un messaggio al mondo intero, qui puoi farlo.
Wow, al mondo intero? Non sapevo che Sololibri avesse un bacino così vasto! Beh che dire…long live rock’n’roll!
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Riccardo Caselli
Lascia il tuo commento