
Rien à signaler
- Autore: Fabio Beccacini e Simone Gandolfo
“Rien à signaler”, scritto a quattro mani da Fabio Beccacini e Simone Gandolfo, è un testo drammatico colmo di poesia.
Un’opera teatrale che ben si presta alla lettura.
Liberamente ispirato al romanzo “Marinai perduti” di Jean-Claude Izzo, “Rien à signaler” è un viaggio senza ritorno nelle squallide esistenze dei protagonisti.
Una scrittura drammaturgica intensa, vivace, influenzata dai grandi del teatro come Beckett e Shakespeare.
“Rien a signaler” racconta di due uomini, un capitano e il suo secondo, e del loro cargo, il Solea, attraccato da troppo tempo in un indefinito porto del Mediterraneo. All’improvviso nelle loro esistenze compare Marlene...
Il Capitano, il Secondo, e la bella Marlene sono tre vite perdute, sfigurate nell’animo, stuprate da una realtà senza via d’uscita.
I protagonisti della pièce sono innanzitutto delle tristi solitudini, che si rifiutano di comunicare fra loro. In una sorta di “autoisolamento”, evitano qualsiasi dialogo, qualsiasi forma di intesa. Monologano con fare esasperato, paranoico, che sottolinea ulteriormente la loro tragica condizione.
Gelide solitudini rassegnate alla crudeltà della propria esistenza.
Significative e dense di desolazione, le parole del Secondo nell’ultima scena: “Aspettiamo la morte per amare la vita, con le sue luci e le sue ombre. Ho sempre vissuto nei ricordi. E adesso che sto finendo i gradini, è troppo tardi, lo so che non posso più scappare, perché l’abisso, l’abisso è qui…”
Una storia struggente e poetica, destinata non solo agli amanti del teatro, ma a chiunque saprà apprezzare un testo drammatico contemporaneo ed originale.
Un libro che saprà commuovere e far riflettere.
E non solo...
L’autrice di questa recensione è una scrittrice emergente: clicca sul suo nome per conoscerla meglio!
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Rien à signaler
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