Robopocalypse
- Autore: Daniel H. Wilson
- Genere: Fantascienza
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2014
L’invasione della tecnologia nelle nostre vite private è ormai arrivata a un punto tale che risulta perfino banale e scontato farlo notare. Viviamo con il pollice e l’indice incollati allo smartphone, non corriamo più il rischio di perderci perché ogni auto ha un navigatore satellitare, non possiamo più immaginare le nostre case senza almeno un PC (se non due o tre), non faremmo un passo senza il nostro tablet. Messa così, nero su bianco, la situazione ha un che di inquietante; eppure, nella nostra quotidianità, la viviamo con estrema naturalezza. Anzi, più la tecnologia si evolve, più ci sembra, nello stato in cui ci troviamo, di essere ancora nell’età della pietra, e attendiamo con ansia ulteriori sviluppi, apparecchi sempre più perfezionati: non ci basta, vogliamo di più, sempre di più.
Sicuramente, qualche volta sarete stati colti di sorpresa dalla fantasia di un mondo in cui le macchine prendano il sopravvento sugli umani. Vi sarete chiesti se potrebbe succedere, che conseguenze potrebbe avere. L’autore di questo romanzo non è neppure il primo scrittore ad avere immaginato un simile scenario: il tema del libro, non è, quindi, eccessivamente originale. Quello che intriga e spaventa allo stesso tempo è che, man mano che gli anni (o forse, dovremmo dire, i mesi) passano, questo tema diventa sempre più drammaticamente attuale. Certo, nessuno si aspetta davvero che da un giorno all’altro le macchine sviluppino un’intelligenza slegata da quella dell’uomo e, per di più, drammaticamente distruttiva, ma, se affrontiamo la lettura di questo libro come una metafora, ci rendiamo conto di quanto questo mondo distopico dipinto dallo scrittore sia già presente intorno a noi e nelle nostre stesse vite, sempre più dipendenti da decine di apparecchi tecnologici, sempre più piccoli, sempre più sofisticati, sempre più assurdamente indispensabili.
E’ una rivolta che inizia dal basso, da strani incidenti che succedono ai fidati amici di ogni giorno: la bambola della piccola Mathilda, la fedele compagna di Takeko Nomura. Pian piano, i casi isolati diventano sempre più frequenti, sempre più terribili: i primi umani a soccombere saranno quelli che continueranno a fidarsi, convinti che, in fondo, i robot non possono fare del male a chi li ha progettati. Solo chi saprà comprendere da subito la gravità della situazione avrà una possibilità di salvarsi da una guerra devastante. L’esplosione di questo conflitto impari si ha quando le automobili iniziano a muoversi per conto proprio, con il preciso scopo di uccidere qualunque umano si aggiri per strada. L’unica via d’uscita è la resistenza, ma la vera svolta arriverà quando alcuni robot reclameranno il diritto di essere se stessi, e si alleeranno con gli umani per salvare il mondo.
Come struttura, Robopocalypse di Daniel H. Wilson (Rizzoli, 2014) ricorda, soprattutto all’inizio, le “Cronache marziane” di Ray Bradbury: capitoli corti, apparentemente staccati, quasi dei racconti a se stanti legati dal solo tema di fondo. Più avanti, però, le varie storie, narrate dalla scatola nera rinvenuta da Cormac Wallace, si congiungono.
Uno sfondo di fantascienza classica, ma con molta attenzione a pensieri e sentimenti dei vari personaggi, raccontati con delicatezza, quasi con poesia, verso un classico finale concitato.
Robopocalypse
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