In una lunga intervista a Belve, il programma di Rai 2 condotto da Francesca Fagnani, Rocco Casalino, portavoce e capo dell’ufficio stampa del Presidente del Consiglio durante il governo Conte, ha parlato della sua vita pubblica e privata.
Casalino ha raccontato anche le sue passioni e fatto sfoggio della sua cultura, peccato che gli sia sfuggita una terribile gaffe a proposito di Madame Bovary, scopriamo cosa ha detto e perché.
Rocco Casalino intervistato da Francesca Fagnani
Dopo aver parlato della sua difficile infanzia e del travagliato percorso che l’ha condotto all’accettazione della propria omosessualità, Rocco Casalino è stato invitato a parlare delle sue passioni.
Fagnani non perde un colpo e, agenda alla mano, lo interroga a partire da una sua dichiarazione che si era meticolosamente appuntata:
Se sono quello che sono non lo sono per il Grande Fratello, lo sono perché ho studiato tanto, dall’Illuminismo a Baudelaire, dall’Umanesimo sino alla passione che ho per la letteratura italiana.
La dichiarazione è dello stesso Casalino, ma ora Fagnani gli chiede di fare pubblicamente sfoggio della sua cultura. Ci stiamo addentrando in un campo minato e Casalino fa un imprevedibile scivolone.
La gaffe di Rocco Casalino su Madame Bovary
Francesca Fagnani, consapevole della passione di Casalino per l’umanesimo, la letteratura e le arti, lo invita dunque a parlare di libri.
Dopo aver ripreso, citandola con testuali parole, la sua dichiarazione sull’amore per la letteratura con fare amichevole gli domanda:
Quali sono i suoi classici preferiti?
E così il politico racconta dei suoi scrittori preferiti tra cui cita Dostoevskij, Goethe, Pirandello, Moravia... e Baudelaire, proprio così.
Vedendolo annaspare, Fagnani lo incalza:
Mi dica una poesia di Baudelaire
A questo punto lui tergiversa, tentenna, ma la Fagnani non molla e lo tiene sotto tiro come una professoressa il giorno dell’interrogazione. Casalino confessa di avere alcuni problemi di memoria.
Non mi ricordo tutte le cose che leggo, ma il senso delle cose
Allora, sfidante, Fagnani lo provoca:
Quindi non si ricorda una poesia di Baudelaire
E qui casca l’asino, come recita il proverbio: perché dopo aver sudato e tentennato a lungo Rocco Casalino, spalle al muro, risponde alla domanda della Fagnani:
Ah, ora ricordo Baudelaire. Una sua opera? Madame Bovary, no?
La giornalista si limita a fulminarlo, senza correggerlo e, tra le risate del pubblico, replica come una professoressa sul punto di mettere un brutto voto.
Ma come Madame Bovary? Guardi che sta peggiorando la sua situazione.
Lettori di Sololibri, voi non fatevi cogliere impreparati, queste gaffe non ve le permettiamo. Scopriamo chi ha scritto Madame Bovary e alcune poesie di Charles Baudelaire.
L’errore di Rocco Casalino: il video
Chi è l’autore di Madame Bovary?
Perché chi ha scritto Madame Bovary? Di sicuro non Charles Baudelaire, che era un poeta, ma Gustave Flaubert che per quel romanzo fu pure processato. Portato in tribunale nel 1856, Flaubert si difese con un’affermazione grandiosa: disse Madame Bovary c’est moi, “Madame Bovary sono io”. Un grido contro i bigotti e i moralisti della società ipocrita dell’epoca: Flaubert si accostava alla sua protagonista, una donna che compie adulterio e che giunge a togliersi la vita. Con questa affermazione solenne, Flaubert compie un gesto straordinario di empatia, accostando il proprio vissuto a quello di Emma Bovary invita tutti gli altri a “scagliare la prima pietra”. Quale lettore può davvero dire, leggendo le pagine del capolavoro di Flaubert, di non essere stato per un momento Madame Bovary? Chi non è entrato nella mente di Emma, non ha avvertito fin nel profondo del cuore le sue speranze e i suoi desideri?
Il romanzo di Flaubert ha esercitato un fascino così magnetico sull’immaginario comune da dar vita a una parola a sé, diventata poi di diritto una voce del vocabolario: il Bovarismo. Il termine designa una sorta di condizione spirituale di insoddisfazione cronica di cui molti sono affetti nell’epoca contemporanea, per saperne di più vi invitiamo a leggere l’approfondimento che segue.
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Quali poesie ha scritto Charles Baudelaire?
Per non cadere anche voi in clamorose gaffe, vi suggeriamo di riscoprire le poesie di Baudelaire, che davvero meritano di essere lette.
Innanzitutto Le corrispondenze, considerato il manifesto del Simbolismo e l’atto di nascita della poetica modernista. Nella sua poesia-capolavoro Baudelaire ci insegna l’arte di scorgere in ogni elemento che ci circonda, nella natura stessa, una “foresta di simboli” capaci di spalancare dinnanzi alla percezione un’altra realtà nascosta che cela un significato più profondo.
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Vi consigliamo Il cigno, scritta nel 1860, che rappresenta l’allegoria dell’esilio del poeta nella società moderna.
Dovete poi assolutamente leggere Spleen (1857), poesia che è giunta a definire un vero e proprio stato d’animo: la malinconia. Il poeta riesce a descrivere quel senso indefinibile di noia mista ad angoscia, il disagio, la malinconia sottile che a volte ci assale senza motivo e non se ne va più via.
Infine, vi consigliamo L’uomo e il mare (1857), in cui Baudelaire riesce a rievocare attraverso le parole il ritmo indomabile dell’onda marina.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Rocco Casalino: l’errore su Baudelaire e Madame Bovary che non è passato inosservato
Non per scusarlo completamente, ma una delle ragioni dell’errore del signor Casalino potrebbe essere stato suggerito dal fatto che Baudelaire scrisse un saggio su Madame Bovary. Ma comunque, ci ho provato.