Sarajevo, voci da un assedio
- Autore: Anna Cataldi
Sarajevo, voci da un assedio è un libro vero, toccante, di voci che urlano, gemiti, preghiere, un libro che parla di una guerra tanto più feroce quanto dimenticata dal resto del pianeta. Una raccolta di lettere giunte fino a noi: di croati, musulmani, serbi, di giovani e vecchi che raccontano una tragedia avvenuta sotto i loro occhi, una tragedia scandita in quattro stagioni dove “i giorni sono tremendamente lunghi, ma i mesi stanno volando”, dove si spara sulla gente “come ai birilli al Luna Park”, una guerra che dà spazio perfino all’ironia e alla speranza:
“ma non ti preoccupare per noi, in qualche modo il nostro popolo ce la farà. In fondo a non mangiare siamo diventati più leggeri- abbiamo perso tutti 15 o 20 chili- e così possiamo correre più veloci tra le pallottole e le bombe”.
Un libro che ci spiega come la tristezza diviene peggio della fame e dell’odio di una guerra che consuma fino alla cenere gli uomini. E’ come se ci si abituasse alla guerra, tanto che un signore afferma:
"Il silenzio, senza il fischio delle granate e senza l’eco delle esplosioni, mi dà fastidio".
Sparare su persone che non si odiano, sparare solo perché loro sparano a loro volta con l’intento di uccidere e pensare che anche loro avranno madri, bambini, amori, che sono esseri viventi, gente alla quale hanno messo con la forza i fucili nelle mani. E fare tutto questo come un lavoro qualsiasi, una guerra che diventa quotidianità, normalità. E capire quanta forza possiede l’uomo per adattarsi alle circostanze. Una guerra che fa dire:
"Preferisco morire, ma non voglio essere mutilato".
In una lettera di Merima all’amica:
“Mia cara Olga, è terribile che io ti faccia le condoglianze per la tua bambina in questo modo. Possibile che siano venuti i tempi in cui la nostra generazione seppellisce i propri figli? [...] Un dolore come il tuo, dicono, è il più grande di tutti. E’ come se ti strappassero le viscere.”
Da una poesia di Zana, una bambina di 12 anni:
“Se soltanto tu sapessi come ci si sente/ ad avere il papà in guerra/scappi dall’infelicità, e l’infelicità ti insegue...”
Un libro per capire, riflettere su situazioni che in alcuni paesi succedono spesso, mentre noi ci lamentiamo solo per un po’ di traffico stradale... C’è chi rischia di morire, ma continua a sorridere, a sperare.
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