Sequential drawnings di Richard McGuire

“Sequential drawings” di Richard McGuire è un insieme di brevi racconti fatti attraverso le immagini tratte da disegni pubblicati sul New Yorker; si tratta di un libro delicato e raffinato.
Il segno grafico, nero sulla pagina bianca, si arricchisce di sfumature di grigio e volumi tridimensionali solo alla fine, nelle ultime sequenze; per il resto il nero spicca sul bianco e il disegno appare riportato solo al centro, con un’inquadratura per pagina e con le immagini che scorrono in sequenza, al susseguirsi delle pagine.
Il segno è elegante, raffinatissimo, essenziale ma eloquente. La potenza grafica del segno scarnificato, reso minimo, leggero, non toglie nulla alla potenza comunicativa, anzi si fa forma perfetta per raccontare una storia; senso e significato diventano un tutt’uno.

Sono sequenze deliziose, in cui c’è spazio per piccoli drammi quotidiani. Tra questi, la storia I tre amici umanizza un parchimetro che, messo in mezzo tra una buca delle lettere e un cestino porta rifiuti, piegato da un camion impertinente, sembra soffrire per il gelo e la neve che arriva a coprirlo completamente e, infine, riemerge al disgelo. La storia continua e il parchimetro diventa il posto a cui attaccare una bici che, pian piano, è privata di una ruota e poi di gran parte della sua struttura. Questo racconto, che ognuno di noi può completare a proprio piacere, è reso con dodici disegni densi di senso.

Richard McGuire collabora in maniera stabile con il New Yorker e saltuariamente con il New York Times, Le Monde, Liberation. Prima di “Sequential drawings”, in Italia la Rizzoli Lizard ha pubblicato “Qui”. McGuire ha iniziato la sua collaborazione con il New Yorker nel 2005 inaugurando un nuovo modo di presentare i suoi disegni, utilizzati come degli spot che raccontavano storie sequenziali. Nel libro della Rizzoli Lazard le parti testuali sono state eliminate e, sfogliando il libro, sono solo i disegni in successione a raccontare brevi storie. Le parole non hanno spazio, tutta la potenza narrativa è affidata all’eleganza del segno che, come nota nell’introduzione Luc Sante:

“Non c’è pubblicazione più fedele all’illustrazione spot del ’New Yorker’, che fin dal 1925 è rimasto legato - adeguandosi di tanto in tanto allo scorrere del tempo - a un linguaggio grafico formale che affonda le radici nell’Ottocento”.

Ma l’innovazione portata da Richard McGuire e dalla rivista New Yorker consiste nel fatto che

“mentre in passato stili e temi contrastanti si mescolavano all’interno di uno stesso numero (…), Oggi gli spot non sono dei semplici tappabuchi, ma attrazioni a sé stanti, tanto da poter diventare un vero e proprio libro”.