Siate creativi!
- Autore: Luciano Manicardi
- Genere: Autostima, motivazione e pensiero positivo
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2015
Le edizioni Qiqajon del Monastero di Bose pubblicano questo libricino del monaco Luciano Manicardi dedicato alla creatività, intesa non solo come dote artistica ma soprattutto come condizione mentale e spirituale di approccio all’esistenza. Viviamo tutti una sorta di nichilismo che
“ci appiattisce sul presente e ci paralizza nel pantano dell’oggi, chiudendoci in quella schiavitù volontaria della rinuncia a credere e a sperare, a immaginare e a desiderare...”
Come recuperare, allora, responsabilità e progettualità, orgoglio delle proprie scelte e gioia di esistere, indipendenza di pensiero e originalità? Come tornare, in una parola, a essere liberi e padroni della nostra vita? Manicardi riflette su tre realtà che condizionano il nostro agire contemporaneo e che patiscono una profonda crisi: futuro, lavoro, interiorità. Ciascuna di esse ci appare sfiduciata e priva di ottimismo, quasi minacciosa nel suo profilarsi svuotato di prospettive. Il lavoro non è e non dovrebbe essere solo sforzo e fatica, attività compensata da un salario, subordinazione a interessi altrui, ma soprattutto ricerca di sé, completamento della propria umanità, conoscenza dell’io, costruzione di una spiritualità capace di riflettere anche sul proprio otium, dove per otium non si deve intendere l’irresponsabile e impigrito “dolce far niente” o l’immersione nello svago e nel divertimento sfrenato, ma proprio un raccoglimento contemplativo che ci faccia recuperare un’intimità con noi stessi troppo trascurata.
“..cerca consapevolmente la solitudine e abitala; vivi il silenzio come azione interiore, abita il silenzio; persegui la pace interiore, stabilisci in te la pace interiore”.
Soprattutto in una contemporaneità e in un futuro come quello che ci si prospetta, in cui il lavoro si trasformerà profondamente (riducendosi negli orari, utilizzando macchine e robot che sostituiranno l’impiego di manodopera umana, lasciando a nostra disposizione sempre più tempo libero), è necessario che impariamo a impiegare diversamente i nostri pensieri e le nostre capacità, rivoluzionando abitudini collaudate, riscoprendo la meditazione e la riflessione: in una parola, tornando a essere creativi.
“C’è una fecondità legata al non lavorare, al non fare, come nella parabola evangelica del seme che spunta da solo e che cresce, matura e porta frutto grazie sì al tempo del lavoro, del fare, ma anche a quello del non fare, dell’attesa, dell’assecondare i tempi della crescita (cf. Mc 4, 26-29). C’è un futuro che nasce dal non lavorare."
Manicardi esorta a sfruttare l’immaginazione personale, per far sì che l’impossibile divenga possibile, per non arrendersi al reale e approfondire ogni potenzialità vitale, permettendo l’emergere delle novità e lasciandosi stupire da esse. All’immaginazione bisogna poi accostare la concentrazione, la volontà, l’ambizione, l’accettazione dei conflitti con l’esterno: tutti atteggiamenti mentali che corroborano nella persona la sua peculiare originalità di individuo, rispetto alla banale massificazione cui ci obbliga la cultura mediatica, la dipendenza dalle mode, il conformismo sociale e ideologico.
Sono parole vivificanti, quelle espresse in queste poche pagine e tuttavia ci lasciano un’impressione di utopismo elitario e sofisticato, quando proprio in questi giorni il nostro mondo occidentale privilegiato e benestante viene invaso da masse di disperati, di affamati, di oppressi a cui è stata tolta qualsiasi speranza di futuro e che certo, più che alla scoperta della loro creatività, sono rabbiosamente e giustamente interessati alla ricerca di un lavoro, di un’abitazione, di un riscatto non solo economico. Si avverte insomma in questa riflessione di Luciano Manicardi la stessa atmosfera di algido intellettualismo, di incontaminata supponenza che si respira nel Monastero di Bose, tanto attento allo scambio ecumenico e culturale, alla presenza assidua nei luoghi deputati dell’editoria e del confronto letterario, all’eleganza dei rituali religiosi, ma forse non altrettanto evangelicamente presente là dove forse oggi sceglierebbe di incarnarsi nuovamente Cristo.
Alida Airaghi
Siate creativi! Il lavoro che crea futuro
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