Sinner, Nadal, Federer, Djokovic. 24 partite per entrare nella testa dei campioni
- Autore: Cristophe Bernelle e Arnaud Ramsay
- Genere: Sport
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Gremese
- Anno di pubblicazione: 2024
C’è un testo francese che mette a confronto Nadal, Federer e Djokovic, ma nella cui versione italiana è stato inserito anche il nostro Jannik Sinner. Il titolo è Sinner, Nadal, Federer, Djokovic. 24 partite per entrare nella testa dei campioni e potenziare il tuo tennis mentale di Cristophe Bernelle con Arnaud Ramsay (Gremese editore, 2024, curatela di Claudio Pistolesi).
Ecco, a chi scrive "potenziare il tuo tennis mentale" è sembrata una battuta dell’autore, ma sapendo quando il mondo del tennis si prende sul serio campeggia in copertina senza fare un plissé e, giustamente, l’edizione italiana ha messo anche Sinner, il tennista italiano che è il numero uno nel ranking mondiale. In realtà si prendono 24 partite e da lì si scrive dei tre "mostri sacri", cominciando da Roger Federer.
Dello svizzero, che tra i tre è quello che si è ritirato a quarantuno anni, Bernelle ricorda la partita persa a Wimbledon nel 2019, contro Djokovic. Ebbene Federer ha avuto due occasioni per chiudere la partita, ma non è riuscito nell’impresa consegnando la vittoria al serbo Novak Djokovic, che ha giocato ricordando i colpi alla racchetta delle partite precedenti. Eppure lo svizzero ha giocato indubbiamente meglio, scendendo a rete con le sue inimitabili volée, ovvero il gioco al volo prima che la palla cada per terra per due volte. Elegante, raffinato, amato da chi apprezza il bel gioco e non le esplosioni di potenza muscolare, il suo modo di giocare soprattutto sull’erba di Londra, a Wimbledon, è uno spettacolo anche per chi non segue il tennis. Sfoggia un bellissimo inglese, rispetto a Nadal e Djokovic che dopo anni di trasferte e aeroporti, hanno un inglese più elementare, per non parlare di Nadal che ha vinto quattordici titoli del Roland Garros a Parigi ma in francese è sempre stato modesto. Non si può essere bravi in tutto.
Poi ci sono le partite che Rafael Nadal ha vinto, appunto al Roland Garros. Questo terraiolo spagnolo sembra essere nelle grazie dello scrittore benché, per una serie di motivi, il tennista che ci rimarrà impresso è Roger Federer: lui ha messo a tacere qualsiasi critica con un gioco bellissimo, scrittori come David Forster Wallace hanno scritto di lui, di una gentilezza quasi stucchevole, sempre con la moglie e i bambini in tribuna. È l’unico dei tre che ha letto il libro Open di Andre Agassi (Einaudi, 2011).
Ma Nadal è la forza muscolare, la forza mentale, uno che è riuscito a battere Federer sull’erba a Londra pensando alla prossima palla che gli arrivava. Un tipo a volte cupo, ma di cuore. Lo dimostrano l’amicizia vera con Federer e il pianto dei due all’ultimo game.
Chi non ha amici tennisti e nemmeno sugli spalti è Novak Djokovic, che cementa l’asse Nadal / Federer. Che ha dovuto fare l’imitazione degli altri tennisti, fra i quali anche la talentuosa Maria Sharapova, per far sorridere il pubblico. Un serbo orgoglioso della sua Serbia, che ha fatto suoi i colpi di tennis degli altri due. Una forza mentale rara, fare un punto col pubblico che non applaude. Il giocatore mentalmente quei fischi o quel silenzio li trasformava in un fragoroso applauso e giocava palla su palla senza distrarsi mai. E ha funzionato, fino ad arrivare a trentasette anni e vincere l’oro alle ultime Olimpiadi. Ora che sta finendo tutto per l’età e per i problemi alle giunture, si stanno facendo avanti i "giovanissimi" Jannik Sinner e lo stupefacente spagnolo Alcaraz, che in due hanno già vinto sei Slam, i tornei più ambiti. Magari Sinner ha un gioco un po’ "robotico" e noioso, ma noi italiani non abbiamo mai avuto un giocatore al primo posto nella classifica dei tennisti.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Sinner, Nadal, Federer, Djokovic. 24 partite per entrare nella testa dei campioni
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