Smamma
- Autore: Valentina Diana
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2014
“Esercizi di autodifesa per genitori imperfetti di adolescenti impossibili.”
Così recita la fascetta rossa che avvolge il primo romanzo di Valentina Diana, attrice torinese che si cimenta con la storia del rapporto di una madre di oggi con un figlio quindicenne di oggi.
Oggi è un tempo difficile per genitori di ragazzini nativi digitali, perennemente connessi, aggressivi come il mondo adulto che li circonda, “sdraiati”, come li descrive Michele Serra nel suo fortunato best seller, preda di pubblicità e di mode che non si discutono ma si mitizzano, disinteressati alla scuola e a quanto propone, considerato desueto e privo di interesse.
La storia raccontata in prima persona dalla mamma, un’attrice spesso assente, con un compagno, Gi, a sua volta reduce di un matrimonio finito ma padre di figli bambini che vivono a Bologna e giocatore compulsivo di Ruzzle, è un interno di famiglia allargata come ce ne sono molte. Il figlio, su cui si appunta l’interesse della narratrice, vive perennemente chiuso nella sua stanza, cellulare in mano e cuffie alle orecchie, e ogni tentativo di intrusione della madre nella sua “privacy” riceve una risposta accompagnata da un inequivocabile gesto della mano, “smamma!”.
Il racconto prosegue con episodi ripetitivi di fossati profondi fra il mondo adulto, famiglia, scuola, amici di casa e l’iperuranio nel quale sembra vivere il ragazzo, che conclude il suo anno scolastico con un previsto giudizio di sospeso (non bocciato, come presumeva la madre): dovrà riparare latino e matematica, mentre l’unico interesse che sembra nutrire è per una piantina di basilico, che cura con amore.
Molto ben raccontato il viaggio scolastico di istruzione in Inghilterra, dove si consumano i riti più scontati di questo genere di vacanze studio: non si imparerà una sola parola di inglese, ci si accompagnerà con ragazzi spagnoli, non ci sarà nulla di speciale da raccontare al ritorno.
Le pagine più interessanti del libro sono quelle dedicate al tentativo della madre disperata di imparare qualcosa da chi si presenta esperto nel costruire rapporti con figli difficili: ecco allora il manuale dello Specialista Tedesco, che propone un percorso di socializzazione di gruppo al quale sottoporsi.
Pagine esilaranti su uno scorcio di società attuale che vende fumo: Olga, una bionda cinquantenne grassottella dall’accento emiliano che pare “oltre che di educazione dei figli, se ne intende di piada”, dovrebbe essere la guru di questo scalcinato percorso di formazione che promette un attestato e che si risolve in chiacchiere inutili quanto perniciose.
Notevole il capitolo intitolato “marziani”, sogno-incubo della madre che vede portarsi via il figlio da alieni giunti da altrove, essendo in realtà lui stesso un alieno, per come è stato raccontato e vissuto da sua madre stessa.
"Smamma" (Einaudi, 2014) è ricco di ironia che la narratrice opera soprattutto su se stessa, incapace di veri rapporti empatici con sua madre e il suo compagno, a cui vengono dati i soprannomi di Macchianera e il Meschino; e proprio il compagno che sta per sposare, è ridotto ad una specie di macchietta, capace di sfidare a Ruzzle la sua ex moglie, di proporre l’acquisto di un elicotterino giocattolo che potrebbe piacere al figlio non suo, ma inadatto a risolvere problemi.
Il lavoro psicologico che la madre farà su se stessa per cercare di costruire un ponte con un figlio generato, amato, ma impossibile da gestire, si può sintetizzare con una riflessione metaforica che conclude un romanzo molto realistico, molto crudele, molto contemporaneo, ma in fondo pieno della speranza che si possa provare a costruire rapporti veri imparando a rispettarsi nella diversità:
"Io, mi pare di capire, se proprio posso fare qualcosa, posso farti spazio, passare con una scopa di saggina, spostare le foglie, scoprire il selciato perché tu possa guardare, almeno, dove posi i piedi."
Smamma
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