Sotto zero
- Autore: David Koepp
- Genere: Fantascienza
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: HarperCollins
- Anno di pubblicazione: 2022
Sarà per la cadenza filmica della narrazione (l’autore arriva dal cinema, del resto), anche per gli scenari esotici descritti e perfino per una certa somiglianza della copertina con alcune edizioni italiane dei libri di Michael Crichton, ma Sotto zero, di David Koepp (340 pp, HarperCollins Italia, 2022, trad. di Anna Ricci) ricorda da vicino le avventure drammatiche raccontate del prematuramente scomparso dott. Michael nei suoi romanzi, a contenuto biochimico oltre che fantascientifico.
Nel presentare Cold storage (titolo originario inglese di Sotto zero, Ndr) sul sito personale, l’autore chiede sibillinamente agli internauti di stabilire se sia il suo unico scritto o se lo abbia scelto come piccolissimo esempio di un lungo elenco di libri.
In effetti, è stato effettivamente il primo, uscito nel 2019 negli States e seguito nel 2022 da Aurora, non ancora tradotto in italiano.
David Koepp, nato a Pewaukee, nel Wisconsin, nel 1963, è un regista e soprattutto sceneggiatore di alcuni dei più grandi successi hollywoodiani, come Carlito’s Way, Mission Impossible, Spider-Man, anche la saga di Jurassic Park ed altre pellicole di Spielberg: La guerra dei mondi, Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo.
Nel film Il mondo perduto-Jurassic Park, appare in un cameo interpretando un uomo che a San Diego viene divorato dal Tyrannosaurus rex.
Ha mantenuto perciò una stretta collaborazione con il compianto Crichton, padre narrativo di Jurassic Park. Nessuna meraviglia, quindi, se il thriller di Koepp si tinge di “stile crichtoniano”: non è certo plagio, ma una visione comune, nata dalla vicinanza creativa.
Nella saga giurassica, la parte del cattivo è assegnata ai terrificanti dinosauri carnivori redivivi, qui la natura killer è impersonata da un fungo. Un banalissimo vegetale, direte.
Calma...perché Koepp avverte, nel breve prologo, che il più grande organismo vivente al mondo è una varietà fungina, l’Armillaria solidipes, il fungo chiodino.
In otto millenni si è espanso, formando una fitta rete sotterranea di 958 ettari sulle Blue Mountains dell’Oregon, da cui spuntano fruttificazioni simili a funghi.
Il chiodino è un assassino spietato di alberi, cespugli ed erba. Uccide partendo dall’apparato radicale e risale gradualmente lungo la pianta, sottraendo acqua e sostanze nutrienti fino a soffocarla. Si diffonde a una velocità tra i trenta e i novanta cm l’anno, impiegando da trenta a cinquant’anni per uccidere un albero di media grandezza. Se potesse muoversi velocemente, il novanta per cento del verde sulla Terra morirebbe, l’atmosfera si trasformerebbe in gas velenoso e la vita di ogni creatura vivente cesserebbe. È molto lento, ma “altri funghi sono più veloci. Molto più veloci”.
Rassicuriamo i lettori, segnalando che nella realtà, il chiodino o Armillaria Mellea, non solo è commestibile, ma assolutamente innocuo. Un’altra Armillaria, Ostoyae, quindi sempre un chiodino, risulta effettivamente l’essere vivente più grande al mondo, allargandosi nel sottosuolo USA dell’Oregon per poco meno di mille ettari, 1665 campi di calcio. Si stima un’età che varia dai 2mila agli 8mila anni ed è stato scoperto nel 1998, da una ricerca sulla popolazione fungina dell’Oregon orientale.
Se il chiodino Ostoyae può esercitare una qualche letalità è comunque non certo a danno degli umani, ma delle conifere parassitate da questa specie tanto diffusiva.
Nel romanzo Sotto zero, la scoperta del fungo potenzialmente distruttivo per l’umanità avviene nel 1987. In un’area sperduta dell’Australia occidentale, popolata da pochissimi aborigeni, un fungo patogeno si sviluppa per una catena di circostanze nel frammento di una stazione spaziale precipitata.
Una spora di cordiceps, specie estremamente resistente a condizioni estreme, inviata nello spazio per verificare la capacità di proliferazione nel vuoto siderale, deve avere subito una mutazione particolare e si rivela mortale per gli umani.
Gonfia spaventosamente il corpo. l’individuo è spacciato.
La squadra dell’Agenzia di difesa nucleare americana inviata sul posto riesce a scongiurare la diffusione del fungo patogeno, capace di cancellare la vita sulla Terra. Una specie killer artificiale: il Cordiceps novus.
Le dinamiche in Australia sono già drammatiche, ma occupano meno di un terzo del racconto, un’anteprima del pathos generato da un narratore, che è anche un ottimo sceneggiatore come Koepp. Perché un campione contenuto in una provetta anticontaminazione sopravvive alla distruzione del sito e viene custodito in un complesso di stoccaggio sotterraneo.
Con la cittadina sperduta rasa al suolo, l’unico residuo del fungo è sottochiave, lontano dagli occhi e dai pensieri. Dimenticato. Sedici anni dopo, nel 2003, l’Agenzia decide che il bunker è una reliquia della Guerra fredda di cui ci si può liberare. I locali vengono svuotati, disinfettati, ritinteggiati e venduti a una mega azienda privata di stoccaggio, che aggiunge qualche parete e acquista seicentocinquanta porte basculanti da garage, per aprire al pubblico. Quindicimila scatole di materiali vari e inutili trovano comunque un magazzino pulito, asciutto, eterno.
Il piano di conservazione per il Cordyceps novus è sempre stato perfetto. Solo che ora chi ne garantiva l’attuazione va in pensione anticipata e il successore decide di sigillare e dimenticare per sempre il livello -4.
Nel frattempo la temperatura del pianeta aumenta. Ma in fondo, cosa potrà mai andare storto?
Sotto zero
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