Storia umana e inumana
- Autore: Giorgio Pressburger
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Bompiani
- Anno di pubblicazione: 2013
- Candidato al premio Strega 2014
“Storia umana e inumana” di Giorgio Pressburger (Bompiani, 2013) è la continuazione del volume “Nel regno oscuro” da lui scritto nel 2008. I due libri costituiscono una serie di viaggi immaginari simili al capolavoro dantesco e conducono il lettore a conoscere o a rileggere le figure più diverse tratte sia dalla storia del popolo ebreo che dal Novecento.
Il libro è scritto in maniera quasi poetica con spazi posti tra alcune parole che generano, così, una “versificazione del romanzo”. Nel volume diviso in due parti “Nella regione profonda” e “Nei boschi felici” continua il viaggio del protagonista quasi in forma di redenzione, di pulizia da "orribili delitti e inganni”. Sono contenute citazioni in lingua straniera: alcune sono tradotte e altre no poiché, come l’autore spiega “fanno parte del flusso verbale dei protagonisti”.
Ne “Il regno oscuro” è guida, come Virgilio a Dante, il Professore, Sigmund Freud. Il protagonista e il fondatore della psicanalisi incontrano e analizzano insieme molte figure del Novecento, secolo che appare come un inferno con le personalità più crudeli ma, anche, con esseri imprigionati, torturati, uccisi; tante persone che portano l’autore a riflettere sulla sofferenza e sulla morte.
In “Storia umana e inumana” il viaggio dell’io narrante ha inizio l’11 agosto 1999, giorno dell’ultima eclissi solare del secolo, su un tram in cui egli sta viaggiando con le figure ormai scomparse e da lui tanto amate del padre, del nonno e del fratello Nicola accanto ai quali, in un dormiveglia, egli rievoca nomi di ebrei, propri progenitori. Nuovamente solo, egli vaga nel silenzio fino a che gli viene incontro l’altra figura che lo guiderà nel suo percorso. Si tratta di Simone Weil, filosofa, scrittrice, donna dal carattere forte. Il viaggio del protagonista e della sua accompagnatrice ha inizio a Venezia, città cara ad ambedue. Qui c’è l’incontro con alcuni personaggi del mondo della letteratura, da Bohumil Hrabal a Joseph Roth, a James Joyce, a Jaroslaw Hasek, a Hemingway e, infine, Carmelo Bene, in un volteggiare caotico, lento e veloce al tempo stesso come il moto degli astri.
Il protagonista si ritrova poi, come in un sogno, su una nave bianca. Quando scende, tutt’intorno ci sono fango, fogliame, acquitrini. Secondo la sua tutrice, quel luogo ha nome Purgatorio e lo si può ritrovare anche nella vita terrena. Il protagonista continua il suo cammino difficile, erto, una marcia forzata simile alla sorte degli esseri umani. Ecco, all’improvviso, l’incontro con Che Guevara, colui che nutrì il sogno della libertà cui l’io narrante pone domande sia sull’amicizia personale che su quella tra potenze mondiali. Poi il protagonista è di nuovo solo con Simone ma presto incontra Marie Curie, alla quale chiede quale sia il compito dell’umanità. Da lei giunge una risposta chiara, un misto tra sentimento e scienza :
“Come la massa produce energia che attrae verso di sé, così noi ci attraiamo in modo irresistibile ... Sì, questo è l’amore che mi ha preso e non ha lasciato più me stessa”.
Ecco, la chiave di tutto, per lei, è l’amore e non a caso Marie e il marito Pierre hanno chiamato la figlia, colei che avrebbe continuato la loro missione, Irene cioè Pace, sentimento che si fonde con l’amore stesso.
Il viaggio continua e, attraversando boschi, l’io narrante giunge al cospetto d’un uomo che subito riconosce. E’ Nelson Mandela nel libro ancor vivo, poiché la sua stesura è avvenuta poco prima della sua morte. Mandela parla del desiderio di libertà e della tempesta emotiva che si scatena nell’animo di chi è, invece, oppresso. Erompe, comunque, un pensiero consolatorio: non si è mai soli alla ricerca della libertà. Durante il percorso il protagonista è costretto a liberarsi della sua borsa, quella che ancor piccino aveva portato con sé nei giorni dell’Olocausto. E’ un gesto denso di significato: l’uomo, così, si stacca dal passato, dalle sue angosce. Gli è accanto Simone che, con la sua presenza, gli infonde sicurezza anche se tutt’intorno si vedono fuochi e si odono spari. Pare di essere ancora nei gironi dell’inferno da cui, però, si è finalmente usciti, ma anche quell’inferno da cui ancor bambino lo aveva salvato Giorgio Perlasca che aveva sottratto molti ebrei alla furia nazista.
Ecco apparire un altro uomo che aveva combattuto il male: si tratta di don Giuseppe Diana, nemico della camorra napoletana, ucciso da sicari mandati da Francesco Schiavone, spietato criminale soprannominato Sandokan. Ancora uno sguardo sulla malvagità anche se don Diana ha l’occasione di dire parole di speranza. Poi un susseguirsi di personaggi che riportano a tematiche fondamentali.
Un’ode alla figura femminile ha luogo attraverso l’incontro con la poetessa Ingeborg Bachmann ma anche con Sylvia Plath dalla vita tormentata. Un riscatto per le donne, una rivalutazione attraverso la citazione di dee femminili come Parvati. Ma per il protagonista è ancora il momento di vagare e incontrare persone segnate dal dolore.
Tra i tanti personaggi famosi ne spicca uno meno conosciuto ma caro al cuore dell’io narrante: è sua madre che gli appare in uno scenario di urla, tribolazioni, non libera da una vita di dolori; accanto a lei c’è tanta gente che soffre perché il protagonista deve ancora imparare quale coraggio occorra per aiutare chi è in grave difficoltà. Ma alla sofferenza c’è almeno sollievo come mostra il simbolo dell’abnegazione, Madre Teresa di Calcutta, che si presenta con grande umiltà. Non si può dimenticare, inoltre, l’incontro con Einstein, scienziato dagli ideali pacifisti che si duole di non aver diffuso nel mondo. Sporadici sono ormai i contatti con il Professore che poi l’abbandona e scompare nell’immenso oceano umano. C’è ancora Simone accanto a lui e gli offre compagnia e protezione. Segni di redenzione stanno negli incontri finali con Albert Schweitzer e con Gandhi, esempi di grandezza e, al contempo, di umiltà. L’incontro con questi “grandi” assolve il protagonista dalle sue angosce e dai dubbi legati al mondo ingiusto in cui egli vive.
Premio dopo tanti sforzi è l’incontro con l’amato gemello che gli parla della propria morte e del mistero del trapasso. Infine un viaggio con il padre, un uomo semplice, nei Boschi Felici, un regno luminoso non però quanto il Paradiso dantesco, una realtà in cui convivono tutti e in cui gli opposti si conciliano. Qui i sentieri si biforcano verso esseri davvero buoni o altri, come i dittatori tra cui Stalin, Hitler, Ceausescu, Ante Pavelic, Videla, Mussolini dall’aspetto spaventoso.
Mille storie affollano queste pagine, vicende umane e inumane come appunto dice il titolo. Verso la fine il padre si rivolge al figlio con questo auspicio:
” Che la luce mangi tutto il male del mondo e risparmi quel che resta di bene”.
Ecco uno dei molti messaggi di questo poderoso testo. Tanti anni di impegno sono stati necessari a Pressburger per comporre l’intera opera adatta a lettori che hanno il desiderio di conoscere, di riflettere e rileggere eventi e figure di un passato lontano e recente.
Storia umana e inumana
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