Storie di pugili di Marco Nicolini

La vita si può prendere in vari modi. I protagonisti di questo libro l’hanno presa a pugni, salendo su un ring a sputare sangue, sudore, fatica, a dare e prendere colpi che fanno male, molto male. Marco Nicolini propone una carrellata di storie di uomini che hanno reso leggendaria e gloriosa la boxe. Ma in "Storie di pugili" non ci sono soltanto biografie di campioni: no, Nicolini non scrive cose banali, non ci parla di ganci, montanti o jab; non indugia tanto sugli aspetti tecnici, bensì - e soprattutto - le sue pagine raccontano drammi personali, esistenze difficili, spesso vissute oltre i limiti della legalità, gente che ha trovato riscatto, o almeno ci ha provato, con la boxe fino a raggiungere l’empireo del mito.

Dopo la Nicolini’s top 50, ovvero i cinquanta immortali di questo sport, da Alexis Arguello fino all’immenso Sugar Ray Robinson, le storie dei fighters si sgranano una dietro l’altra al punto da ritrovarti ad aver terminato il libro in men che non si dica, grazie anche a una scrittura immediata e spedita.
Primo Carnera, friulano di Sequals, un colosso battezzato da qualcuno La torre di Gorgonzola, limitava la propria incredibile potenza per non fare troppo male agli avversari. Il 10 febbraio 1933 Carnera stende tappeto Ernie Schaaf, che morirà alcuni giorni dopo, portando il gigante di Sequals a piangerne la morte.
Come, dunque, non provare istintivamente un moto di simpatia per questo omone dal cuore tenero?

Tiberio Mitri, triestino, pugile dotato di buona tecnica, poi divenuto anche attore, dopo la morte dei suoi due figli, uno di droga l’altra di aids, nel 2001 ha chiuso tragicamente con la vita sotto le ruote di un treno nei pressi della stazione Termini.
Chi può dimenticare l’inconfondibile Don King, grande organizzatore di incontri ad alto livello, con qualche omicidio sulle spalle, dalla stramba capigliatura a mo’ di scopa di saggina, che pugile non era, ma ha rappresentato tuttavia un pezzo di storia importante di questo sport.
Hector Camacho, anticonformista, irregolare, cresciuto fra furti e violenze sulle strade di New York, finito male dopo una gloriosa carriera da campione.
Muhammad Alì, già Cassius Clay, uno dei pugili più conosciuti al mondo, decise da ragazzino di indossare un paio di guantoni dopo che gli avevano soffiato la bicicletta.

E poi leggiamo di Rocky Marciano, Nino Benvenuti, Frank Klaus, Marvin Hagler, soprannominato The Marvelous, Carmine Basilio e di molti ancora, ciascuno ricordato da Nicolini per vittorie, fortune, cadute e fallimenti.

Stuzzicante e piacevole, un libro da divorare in un pomeriggio.