Storie di uomini e di navi. Un’avventura chiamata «Veniero»
- Autore: Guido Capraro, Leonardo Lodato
- Genere: Storie vere
- Anno di pubblicazione: 2012
A un certo punto di questo “Storie di uomini e di navi. Un’avventura chiamata «Veniero»” mi è sembrato di trovarmi nel milieu di un romanzo alla Wilbur Smith, più plausibile, però, e dunque con più sostanza. C’entrano il fascino/richiamo degli abissi, un relitto sul fondo, le sapide battute fra i protagonisti (che più anti-eroi di così ci si asfissia di realismo magico), i sommergibili e i lupi di mare, gli sgambetti della sorte. C’entra anche il sottile sense of humour (che non guasta mai) che alleggerisce i toni della suspense (della serie: ce la faranno i nostri eroi…) e aggiunge sale&pepe al plot. Dentro “Storie di uomini e di navi” (Editrice La Mandragora, 2012) c’è questo e altro di più.
La cosa strana è che il libro è tutto fuorché un romanzo, nel senso che ciò che vi si narra – passo passo, tra presente, passato prossimo e remoto – è accaduto davvero e potete scommetterci. Qualora si voglia per forza assegnare a “Storie di uomini e di navi” un senso univoco, direi di puntare sul backstage letterario di un documentario tv realizzato sul “Veniero”.
La storia del Regio Sommergibile “Sebastiano Veniero” ha contorni quasi leggendari: la sua silhouette seppellita nei fondali a sette miglia a largo di Capo Passero, in Sicilia, aleggia e regge per intero le fila del racconto. Il 24 agosto 1925 il primo conflitto mondiale, in Italia e nel mondo, è già alle spalle e nessuno si aspetta dunque la tragedia: l’inabissamento del sottomarino e dei suoi quarantotto uomini d’equipaggio (viene urtato accidentalmente dal piroscafo Capena) ha dunque una certa eco, fa scalpore.
A 80 anni di distanza, l’impresa storico-subacquea dei due autori (il giornalista Leonardo Lodato e l’istruttore subacqueo Guido Capraro) si offre a pretesto per un rewind tra le pieghe della memoria (anche luttuosa) della Marina Militare, sulla scorta di fonti storiche e altre (soprattutto) di prima mano (fra cui quelle di “Sua profondità” Enzo Maiorca, ricordate?). Ma "Storie di uomini e di navi" è anche una sorta di diario minimo di bordo, il resoconto di un’avventurosa ricerca per terra e per mare che porterà Capraro-Lodato (e il loro team) faccia a faccia con il sacrario sommerso (i corpi dei marinai si trovano tutt’oggi all’interno del sommergibile) nei fondali dal mare di Sicilia.
Un libro intenso, sfaccettato, commuovente, a tratti persino ilare, capace di coniugare la puntualità dei riferimenti storici a una prosa accattivante che avvincerà tanto i cultori delle avventure nell’oceano quanto i profani (e ve lo dice uno che soffre di idiosincrasia congenita per le divise militari e non riuscirebbe ad andar giù nemmeno nella sua vasca da bagno). A corredo del volume una corposa galleria fotografica a cura degli stessi autori.
Storie di uomini e di navi. Un'avventura chiamata «Veniero»
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