Strega
- Autore: Remo Guerrini
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Anno di pubblicazione: 2012
“Un romanzo Nero Italiano è come un buon caffè, ti tiene sveglio tutta la notte”
blandisce la frase di lancio di TimeCrime, marchio editoriale nuovo di zecca della casa editrice Fanucci. Nel caso di “Strega” (Remo Guerrini) mai flano fu più sacrosanto: ci ho messo tre notti (se non intere, poco ci è mancato) a finirlo e solo perché mi sono imposto il passo giusto, di gustarmi la lettura, padroneggiare la curiosità di “sapere come va a finire”. “Strega” è qualcosa di più e di meglio di un thriller storico, ve lo dice uno che con la letteratura d’intrattenimento ha un rapporto disincantato: alla fine è impossibile non parteggiare per Battistina (la strega-bambina da cui il titolo), uno dei personaggi più credibili che la narrativa di genere italiana abbia prodotto sin qui (ma questo di Guerrini non è un romanzo di genere): indomita, proto-femminista, ingenua, maliziosa, libera, tenera al contempo.
Il pregio numero uno del libro sta proprio nello spessore dei personaggi; quello numero due riguarda la prosa: diretta, puntuale, colorata, figlia legittima della pratica giornalistica dell’autore.
La vicenda si snoda a cavallo dell’anno 1587, nel borgo-mondo dell’entroterra ligure di Triora, dove a far luce su millantati casi di stregoneria giungono da Genova lo zelante (fino alla spietatezza) Commissario Straordinario Giulio Scribani, lo scrivano Niccolò (è giovane e il suo destino finirà inevitabilmente con l’intrecciarsi a quello di Battistina) e lo storpio-erudito Juan Ferdinando Centurione. Ne conseguono sviluppi, consustanziali sì alla "caccia alle streghe" ma anche, a livello più filosofico, alle antinomie – amore/morte, fascinazione/perdizione, iniziazione/affrancamento, colpa/redenzione, fede/ragione. Le (dis)avventure stregonesco-esistenziali di Battistina sono, insomma, da assumersi a paradigma (anche di un discorso politico sul potere e i suoi abusi), corroborate da quel poco di suspense che basta e avanza per afferrare il lettore per la collottola e non mollarlo più.
Come in ogni crime-story che si rispetti, i colpi di scena si concentrano sul finale, ma - lo ripeto - “Strega” è un romanzo che trascende l’ambito di genere, ponendosi come letteratura tout court. Un romanzo capace di toglierti il sonno - e non con il ricorso a espedienti di bassa macelleria e/o alla trita figurina di detective dannato-con-cuore. Un libro da leggere senza se e senza ma, da dieci e lode più che convinto.
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