John Keats in Ode su un’urna greca scrive che “bellezza è verità”. Ma ci sono anche filosofi come Gianni Vattimo che ritengono che l’arte non dica nulla di nuovo sul mondo, non dia alcun apporto di conoscenza. Eppure per Heidegger ogni opera d’arte apre un mondo e ogni capolavoro è la messa in opera della verità.
Per gli antichi greci c’era un rapporto stretto tra bello, buono, vero. Per definirlo utilizzavano il termine kalokagathia, composto da kalòs (bello) e agathòs (buono). Quindi il bello era anche buono.
Eppure non mancano delle eccezioni e ciò non è sempre detto. Caravaggio fu un assassino e il filosofo Althusser ammazzò la moglie. Come cantava De Gregori ne Le storie di ieri: “Mussolini ha scritto anche poesie”. Ma tutto questo dipende più dalla psicopatologia di un individuo che dalla sua estetica.
Di solito artisti, esteti e dandy non fanno del male a nessuno. Ma il senso estetico oggi può servire? Può migliorare la qualità della vita? Può servire in un mondo pragmatico, utilitarista, scientifico?
Sul senso estetico: come è cambiato negli anni?
Innanzitutto dopo secoli e secoli di studio dell’estetica il concetto di senso estetico è vago e indefinito, non c’è una definizione esaustiva, né tanto meno univoca. Alcuni studiosi ritengono addirittura che sia innato. Certamente ci sono delle differenze individuali.
Non sappiamo certo i geni responsabili del senso estetico. C’è un’interazione tra Dna e ambiente, come sempre.
Dipende anche dalla formazione del gusto, a cui contribuiscono soprattutto l’ambiente familiare, le amicizie, la scuola, le frequentazioni, le letture formative.
Per valutare un’opera d’arte bisogna avere strumenti culturali e termini di paragone. Insomma ciò dipende dell’educazione ricevuta, ma anche dalla voglia e dalla capacità di acculturarsi di una persona. Per percepire il bello bisogna innanzitutto sapere che cosa è il bello. Bisogna conoscere la tradizione, gli stili, il gusto comune. Per valutare gli artisti contemporanei bisogna conoscere le mode, la temperie culturale, lo spirito del tempo. Per capire un’opera d’arte bisogna conoscere un minimo l’epoca e la società a cui appartiene, perché la bellezza è sempre relativa all’epoca e alla società di un determinato periodo.
Se per percepire il bello di un capolavoro dell’antichità bisogna tener presente la sezione aurea, il senso delle proporzioni, l’armonia, è molto più difficile capire l’innovazione di certe opere d’arte contemporanea.
Si pensi solo in letteratura quanto è difficile capire quegli artisti che dichiarano di voler scrivere male, di dare forma all’informe per esprimere l’inautenticità del mondo, il loro disagio esistenziale, eccetera.
Capire un’opera d’arte contemporanea
Capire un’opera d’arte contemporanea significa, secondo i formalisti russi, comprenderne lo scarto poetico e lo straniamento, mentre secondo Lukács e la critica marxista il rispecchiamento o meno della realtà socioeconomica di un’opera. A ogni modo non c’è giudizio estetico senza senso estetico.
Quindi il senso estetico è connesso al senso critico di un individuo.
La scuola dovrebbe in teoria far raggiungere agli scolari un’autonomia di gusto e di pensiero! Una nazione civile dovrebbe fornire gli strumenti intellettuali a quante più persone possibili per godere a pieno la fruizione artistica. Se è vero che il “sublime kantiano” e il “perturbante freudiano” lo percepiscono tutti, eppure, come scrive Gadamer, per quanto ci sia un legame indissolubile tra bellezza naturale e bellezza artistica, quest’ultima è meno compresa, meno percepita. Eppure negare il godimento estetico dell’arte significa negare al popolo una consistente quota di bellezza.
Stiamo vivendo un declino estetico?
A tale proposito, nonostante l’aumento del livello di scolarizzazione in questi decenni, almeno dal punto di vista letterario si potrebbe anche ipotizzare un declino estetico. Infatti un tempo i bestselleristi erano Carlo Levi, Cesare Pavese, Moravia, Pasolini, Bassani, Carlo Cassola.
Se un tempo Sanguineti, stroncando Cassola, lo paragonava a Liala, oggi potremmo affermare che nel panorama letterario purtroppo mancano sia i Cassola che le Liale! Non si pensi inoltre che il senso estetico riguardi solo il vituperato e inutile umanesimo! Hadamard ne La psicologia dell’invenzione scrive che i migliori contributi dei grandi matematici dipendono anche dal loro senso estetico, in quanto valutano le formule anche in base alla bellezza.
Il fisico Dirac dichiarò anche che:
Una teoria fisica deve possedere la bellezza matematica.
Forse allora il senso estetico non è inutile. A ogni modo per Pareyson addirittura la bellezza è sinonimo di libertà. Secondo la pedagogia il senso estetico contribuisce allo sviluppo intellettuale e alla formazione dell’individuo. Secondo alcuni educatori il senso estetico è dormiente in molti e andrebbe risvegliato tramite l’educazione. Naturalmente ogni persona è come una spugna quando apprende; ci sono spugne a elevato assorbimento e altre a minore assorbimento.
Ma a cosa può servire oggi il senso estetico?
A cosa serve oggi il senso estetico?
È proprio vero che, come scrisse Dostoevskij:
La bellezza salverà il mondo.
Oggi è davvero così? Oppure chi ha un elevato senso estetico è troppo vulnerabile di fronte agli orrori e alle brutture del mondo? Probabilmente il senso estetico può aiutare a essere cittadini e uomini migliori, a saper distinguere "ciò che è inferno da ciò che non lo è" in questo mondo, come scrive Calvino.
In definitiva apprezzare la bellezza aumenterebbe la comprensione del mondo e la consapevolezza esistenziale.
Oggi più che mai il senso estetico viene considerato importante in letteratura, in filosofia. A riguardo bisogna considerare l’estetica della ricezione, il cosiddetto “orizzonte d’attesa” dei lettori, la soggettivizzazione dell’esperienza artistica, la crescente importanza data al ruolo attivo dei fruitori e non solo agli autori, alle opere come molto tempo fa.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Sul senso estetico: un viaggio tra arte e letteratura
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo Arte, Teatro e Spettacolo News Libri Significato di parole, proverbi e modi di dire
Lascia il tuo commento