Sulla giostra della vita di Stefano Sani

Sono sicura che alla maggior parte di voi sarà capitato, qualche anno fa, di imbattersi, facendo zapping un venerdì sera, in un programma intitolato “Ora o mai più”. Forse avrete pensato che non fosse granché, come titolo: così definitivo, persino vagamente jettatorio. Però vi siete lasciati coinvolgere dalla curiosità di rivedere e riascoltare quei nomi che avevate quasi dimenticato in fondo alla vostra memoria. Ma guarda, i Jalisse, quelli che vinsero Sanremo. E Alessandro Canino, quello di “Brutta”. E questo chi è? Ma è Stefano Sani, quello che cantava “Lisa”! Caspita, com’è cambiato! Sì, ma è ancora un bell’uomo. E senti che voce! Ma come mai a un certo punto è sparito? Eh, cosa vuoi, si sa com’è fatto il mondo dello spettacolo: il successo ti travolge e poi ti sfugge di mano in un attimo. Sai a quanti è capitato? Almeno lui ha comunque un buon lavoro.

Le parole continuano a fluire, come un innocuo sottofondo alle voci che provengono dal televisore, mentre, da quello schermo, Lisa ancora una volta rivive, riportandoci nei nostri sogni di adolescenti. Insieme a Lisa, è la storia di Stefano che viene a farci visita: molti la catalogheranno come l’ennesima storia di un successo effimero, di un cantante che, ogni tanto, si fa vedere di nuovo in qualche trasmissione nostalgica. La vita è così: si tenta, ci si riesce o non ci si riesce, o magari ci si riesce per un periodo di tempo circoscritto, poi ci si rassegna e si prende a fare un mestiere più banale, ma che comunque ci permette di portare la pagnotta a casa. Non è però così facile quando la musica non è un mezzo per fare soldi ma una parte della vita, la più importante: per meglio dire, la vita stessa. E per Stefano Sani è proprio così: la musica, per lui, è un’esigenza di vita come il respirare e il nutrirsi, e anche questo fa di lui una persona speciale, una persona che merita di essere conosciuta, anche attraverso il suo libro Sulla giostra della vita (Felici editore, 2024), curato da Paolo Mugnai.

Questo è un libro sincero come il suo autore. Ogni parola e ogni frase vengono dal cuore di chi l’ha scritta, e si aprono al lettore con tutta l’onestà possibile. Dimenticatevi l’assurda pratica dei “ghost writers” tanto frequentata dai VIP che si cimentano con la letteratura: Stefano non ne ha bisogno.
L’artista racconta la sua storia in prima persona, con la stessa semplicità che userebbe parlando con un gruppo di amici durante una cena, o davanti al fuoco di un camino in una fredda serata invernale. I concorsi canori da bambino; Castrocaro, poi Sanremo e l’inaspettato, folgorante successo; la discesa, la depressione affrontata con il coraggio e la decisione di chi, nonostante tutto, ama la vita con tutto sé stesso; la decisione di riprendere a studiare, un passo importante che apre nuovi orizzonti; e si arriva a oggi, a un uomo nel pieno della vita che ha raggiunto un suo equilibrio, fra il lavoro nell’azienda di famiglia e la musica che rimane l’amore più importante. Stefano, l’idolo che riceveva valanghe di posta dalle ragazzine, è diventato adulto, ma il suo sorriso risplende di luce, oggi come allora, quando cantava per Lisa che era andata via.

Il vero successo, dice Marcella Bella nella prefazione, è quello di essere amati dai propri cari e dai fans affezionati, e questo successo Stefano Sani ce l’ha.
A testimonianza di questo ci sono le affettuose parole dei colleghi (citiamo ancora Pupo e Fiordaliso), e quelle dei fans che hanno legato momenti importanti della loro vita alle canzoni di Stefano. Completa il volume una raccolta di foto, copertine e ritagli di giornale, che compongono una piccola “storia illustrata” della carriera di Stefano Sani.