Tecla di Antonella Griseri

Un giovane prete, al quale essere di bell’aspetto ha causato non pochi problemi, pur rimanendo onesto al suo celibato, viene trasferito in uno sperduto paesino di montagna.
La canonica ha qualcosa di sinistro, che egli percepisce subito; gli sguardi dei parrocchiani sono sospettosi, sfuggenti...
Una sera, sbagliando strada, Don Manuel si imbatterà in un sinistro cancello, dietro il quale si nasconde un’enorme casa.
Con l’aiuto del medico, unico paesano disposto a parlare di fatti misteriosi che quella comunità tiene segreti come una sorta di giuramento a tacere, riuscirà a farsi accompagnare a quella casa e ne ricaverà un’esperienza terrificante.
Scoprirà la storia di Tecla e del suo amore dannato per Don Lorenzo, fatti accaduti settant’anni prima che seminarono affanni, morte, disperazione.
Le prime pagine scorrono veloci, con un ritmo che ha dell’incredibile.
Si leggono bene con l’ansia di procedere per scoprire la trama e intanto scorrono drammi interiori, voglie mal celate, gusto della vanità che produce dolore.
Ma il libro si apre con un’altra immagine, quasi a voler contrapporre due mondi: quello della vecchiaia disperata e atroce di Tecla, la donna abbandonata ai suoi cent’anni in odore di stregoneria e quella di Don Manuel che per la "colpa" di essere bello vede svanire sogni, rapporti umani e crescere la maldicenza, la solitudine, la croce.

Una vicenda intrigata e intrigante costruita come una grande scenografia teatrale sulla quale si affaccia il Demonio.
Una storia moderna che prende dal passato, dove esso è tutt’ora vivo e ingombrante.
Un romanzo avvincente, una storia forte che si snoda attraverso le più disparate situazioni.
E l’autrice racconta con inspiegabile vigore e grande saggezza, senza mai perdere il senso della misura, della veridicità, della complessità dei personaggi e dell’intreccio.
A tutti noi è lasciato il gusto di andare avanti per comprendere l’incredibile finale, che ha poi un solo nome: Tecla.

di Lettore73