Tex contro Mefisto
- Autore: Non disponibile
- Genere: Fumetti e Graphic Novel
Ogni eroe ha bisogno di un nemico.
Non un nemico qualsiasi: occorre di un avversario capace, crudele, violento, deve essere intelligente, astuto e furbo.
Inoltre è gradita una buona dose di pazzia. La pazzia è elemento fondamentale, perché giustifica le sue barbarie. La follia è un contraltare e rende umano e quasi simpatico lo spietato antagonista.
Batman ha Joker, un personaggio sadico spietato, appare come un malato di mente fino a essere quasi divertente e simpatico.
Harry Potter ha come suo contendente un Voldemort cattivo e spietato.
Voldemort ha un carattere magico, una nascita in un mondo fantastico abitato in coabitazione fra maghi e babani.
Egli ha uno scopo: vuole conquistare il mondo, vendicandosi e sconfiggendo l’unica persona in grado di resistergli, un bambino, ancora acerbo nei suoi studi, di nome Harry Potter.
Per avere un nemico preferito bisogna avere una serialità. Tanti nemici si sono scatenati in un solo episodio, interessanti, degni ma a loro manca la dimensione tridimensionale.
Il fumetto Tex Willer: dall’edicola alla libreria
Il fumetto italiano ha una sua icona popolare, un suo personaggio seriale, nato poco dopo la seconda guerra mondiale e ancora in splendida forma: Tex Willer.
La sua ottima salute editoriale si riconosce dalla vendita del suo album mensile con circa duecento mila copie, poi ci sono da aggiungere i ricavi delle tante ristampe e dei molti numerosi speciali. (Fonte Fumettologicamente)
La casa editrice Bonelli ha da qualche tempo puntato sulla assistenza con altri veicoli commerciali. La sua collaborazione con Repubblica ed Espresso per la vendita di vecchi album è stata un ricco successo.
Inoltre è uscita dall’edicola per entrare prepotentemente in libreria con una sinergia con Mondadori e con la sua colonna più popolare, gli oscar Mondadori.
Di grande respiro sono i cinque volumi contenenti tutti gli episodi del confronto fra Tex e il suo terribile nemico:
Tex contro Mefisto
- volume I La gola della morte (Mondadori, aprile 2012);
- volume II Black Baron (Mondadori, maggio 2012);
- volume III Magia nera (Mondadori, giugno 2012);
- volume IV I figli del sole (Mondadori, luglio 2012);
- volume V Il potere delle tenebre (Mondadori, agosto 2012).
Le caratteristiche di Tex Willer
Nato quando il western era all’apice, l’eroe italiano ha i caratteri fisici degli attori americani dell’epoca come John Wayne o Gary Cooper.
Le sue avventure avvengono in un mondo terreno, pieno di violenza, crudeltà. È soprattutto un combattente contro l’ingiustizia, prevalentemente contro la prepotenza dei potenti, dei ricchi
Tex ama la giustizia popolare. È convinto che la libertà sia un bene da difendere dal basso, di non dover attendere che qualcuno lo faccia per noi.
Tex è un rivoluzionario, un combattente della resistenza. Ha affrontato tanti nemici: cattivi, spietati, furbi ma tutti esseri umani. I pugni scagliategli contro provocano dolore e rompono denti; ladri e disonesti sono incapaci di evitare le pallottole della sua Colt.
La nascita del personaggio di Mefisto, nemico di Tex
Nella sua straordinaria corsa nata nel 1948, il fumetto ha mantenuto una linea realistica, ma per avere un nemico degno della sua personalità era necessario oltrepassare il confine con la realtà. Un proiettile compie un gesto di giustizia definitiva. Non è possibile sopravvivere a una pallottola penetrata nel cuore.
Allora gli autori decidono un atto definitivo e importante: il nemico deve avere una dimensione extraumana, cavalcare una profondità ignota ma largamente descritta da tanto cinema e da tanta letteratura.
Steve Dickart, il terribile Mefisto, compare nel suo primo episodio Fuorilegge come un normale nemico.
Un prestigiatore da strapazzo, una banale spia per conto dei messicani. Il suo compito è quello di un cattivo qualsiasi, catturato e imprigionato.
Ma Mefisto supererà questa dimensione per conquistarne una magica, composta esclusivamente da magia nera e feroce. Nonostante le sue conquiste di stregoneria, rimane tuttavia un uomo in carne ed ossa. Perciò un giorno la sua morte deve avvenire, nella sua catarsi definitiva. Ma la sua scomparsa materiale lo porterà a essere un ologramma per scatenare il suo braccio fisico per la sua demente vendetta, il figlio Yama.
Mefisto combatte la sua lotta ma poi si dematerializza per guidare il suo erede.
Nel 1971 muore Mefisto, l’ultima storia di Yama è del 1983.
Il ritorno di Mefisto
Passano circa vent’anni e gli autori sono quasi obbligati a richiamare Mefisto.
Il figlio è stato incapace, indegno di tanto crudele padre.
Nel luglio del 2002 ecco ripresentarsi un Mefisto vivo.
Gli autori per colorare Mefisto degnamente si sono serviti di culture lontane, molte appartenenti al fantastico, altre a religioni orientali.
A riportarlo in vita è infatti un medium indiano, curioso delle grandi capacità di Mefisto.
In precedenza abbiamo visto le influenze del Voodoo, degli stregoni sudamericani con tipici influssi da Carlos Castaneda. Inoltre il personaggio buddista Padma, maestro cinese, lo porterà a conoscere i segreti della religione asiatica.
Suggestioni importanti per realizzare delle storie irreali e ricche di avventure.
Tex è un uomo pratico. Deve cavalcare, cacciare, affrontare dei nemici, sparare.
Affronta le apparizioni fumose dei due incantatori con grande scetticismo.
L’importanza del disegno nei fumetti di Tex
Questi due mondi, il reale e l’immaginario, hanno un successo fondamentale nel fumetto.
Il disegno consente di unire le due rappresentazioni. I tratti irreali possono convivere con un mondo vero. Mostri inesistenti appaiono nel pensiero con semplicità. Basta una dose massiccia di fantasia e il mondo si confonde, l’incubo pare reale.
Le visioni sono tante nelle storie. Alcune sono composte di esseri disgustosi, i quali entrano nella mente sconvolgendo il reale.
Lo stregone della tribù Navajo Nuvola Rossa possiede doti magiche. Gestisce la magia bianca, pure Mefisto e Yama si sono trovati in difficoltà ad affrontarlo.
Però lo stregone Navajo sogna un immenso ragno agguantarlo e avvolgerlo dai fili delle ghiandole. Le pagine hanno una predominanza di nero per il ragno, con mille fili e puntini.
Il disegno dei racconti ha una storia propria.
La prima storia Fuorilegge è un antidiluviano esempio di schizzo. Meno perfetto ma più veloce, meno ricercato ma più statico e più chiaro. La storia mantiene ritmi temporali rapidi. Il bianco prevale, Mefisto ha delle linee umane, solo un leggero pizzetto lo accumuna con qualcosa d’irreale. Avendo un tratteggio leggero e non compiuto, la vignetta deve essere chiara, con una costruzione facilmente recepibile e da riempire con la nostra inventiva.
Il segno degli autori cambia con il tempo. Crescono i personaggi e matura la capacità descrittiva degli stessi. Mefisto è vecchio, ha dei lunghi baffi e un pizzetto appariscente, sono bianchi per l’età ma il suo viso appare normale, una descrizione più completa.
Il disegno mantiene un collegamento con il tempo. Tex diventa più ricercato nel volto. Il tratto è di grande stile e di esperta ricercatezza. Ogni vignetta richiede la massima attenzione, con un riempimento totale. Il nero acquisisce una dimensione psicologica. Perciò il suo uso è predominante.
Tex è un uomo bello. Il suo volto è vigoroso: Mascella intensa, faccia scarna da uomo maturo, con un passato e un’esperienza notevole. Le rughe sono di Clint Eastwood, appena declinate, gli occhi sono piccoli ma furbi e intelligenti. Tex non è un intellettuale con occhialini alla Gramsci, Tex è un uomo del popolo. Ha studiato il necessario ma comprende e capisce alla perfezione.
A Mefisto nell’ultimo episodio si allungano baffi e pizzetto fino a diventare delle appendici, delle antenne per collegarsi con il mondo oscuro. Gli occhi sono dà follia assoluta. La vendetta, il suo odio sono le caratteristiche della sua fisicità. Più questi sentimenti aumentano più la pazzia è irrefrenabile.
La lotta tra Tex e Mefisto continua...
Sono trascorsi undici anni dall’ultimo scontro fra Tex e Mefisto.
La sua sconfitta è ancora una volta decisiva ma non definitiva.
Mi convince poco l’immagine di un Yama depresso, con la conseguenza perdita di poteri.
Lui e la vecchia madre riprendono a vivere insieme e li vediamo, in una piccola vignetta, entrambi sul cassone del loro carro, dimessi e pacifici.
Così è per Mefisto. Ritornato in vita e nuovamente sconfitto scompare arrabbiato e sconvolto, il suo volto pazzoide e circondato da una colonna di vento e la vignetta è riempita dall’urlo della sua minaccia: “un giorno tornerò, cani maledetti! E quel giorno sarà la vostra fine! Tornerò … tornerò … tornerò …”
Speriamo, io sono qui ad aspettarlo e sicuramente anche Tex!
Un pensiero per quei capolavori quali sono gli anelli di congiunzione fra una storia e l’altra.
Poiché Mefisto e il suo incapace figlio Yama riappaiono sempre dopo una sconfitta certa e definitiva, è essenziale, all’inizio della sezione successiva, riprendere il finale trascorso e narrarci, quasi in dissolvenza, le cause del ritorno. Un degno montaggio cinematografico.
Uno splendore è l’inizio de Il figlio di Mefisto con la consegna all’erede del suo disprezzo.
Ricominciamo con il finale precedente ma lo osserviamo da un punto diverso. Mefisto è abbandonato, prigioniero nei sotterranei del castello, senza nessuna possibilità di fuga.
Consapevole della sua morte, compie un ultimo sforzo per mettersi in contatto con Yama.
Il disegno acquisisce una certezza immaginaria, ma nello stesso tempo fisica e reale. Mentre il genitore convince il figlio a seguire la sua battaglia, con grande tensione drammatica i topi lo assalgono. Terrorizzato rovescia il braciere. Nulla può più, perciò il suo corpo è aggredito da spaventosi e disgustosi topi. I loro denti entrano nella sua carne, i demoni della morte appaiono insieme a rivoltanti roditori. Oramai Mefisto soffre ed è sconvolto. I topi l’hanno riempito, non si vede più, una quantità incredibile di ratti è su di lui. Mefisto è morto ma è riuscito nel suo ultimo scopo: il figlio Yama ha ereditato il suo odio.
Nel covo di Mefisto. Tex contro Mefisto (Vol. 8)
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