The returned di Jason Mott

Pensate se le persone a voi care, decedute anni prima, improvvisamente tornassero a bussare alla vostra porta, con l’età che avevano al momento della loro scomparsa. Da questo scenario si dipana la storia di "The Returned", toccante romanzo d’esordio dello scrittore americano Jason Mott.

Se pensate di esservi imbattuti in un romanzo horror, niente di più sbagliato. I morti che ritornano, i "Redivivi", in questo caso non hanno nulla di spaventoso, temibile o minaccioso. Sono semplicemente i nostri cari, che ci amano come prima e chiedono di tornare con noi.
Da questa premessa il libro sviluppa una trama particolare. Per far fronte al sempre maggior numero di persone che si ripresentano dall’aldilà, esiste un’organizzazione che ha il compito di identificarle, poiché non ricompaiono nel luogo in cui hanno vissuto, e di riportarle ai loro cari, i quali devono decidere se riaccoglierle o meno.
Naturalmente tutto ciò pone una serie di problemi, personali e sociali. La società si divide: sono sempre i nostri cari e vanno aiutati a reinserirsi in un mondo diverso da quello che hanno lasciato o sono delle creature estranee da tenere a distanza? Perché sono tornati? Quanti ne torneranno e secondo che criteri?

Ci interroghiamo anche noi, seguendo la nuova quotidianità di Harold e Lucille Hargrave, che hanno perso il figlio di otto anni a seguito di un annegamento e lo vedono ricomparire dopo cinquant’anni. Un bambino, con dei genitori ormai anziani. Decidono di riaccoglierlo, con sentimenti contrastanti con cui dovranno fare i conti giorno dopo giorno: smarrimento, rifiuto, incertezza, ma anche amore e voglia di recuperare il tempo perduto sono i sentimenti altalenanti che caratterizzano i personaggi di questa storia.

In un susseguirsi di sensazioni confuse ma estremamente forti, il libro ci fa riflettere sul valore della vita e sulla morte, che troppo frequentemente spezza i legami senza lasciare il tempo di dirsi tutto quanto si vorrebbe. E se avessimo una seconda possibilità?
L’autore stesso ha confessato che questo libro è nato da una perdita, da una relazione spezzata e irrisolta, nonché dal bisogno di perdonarsi. Un romanzo quindi in un certo senso terapeutico, scritto prima di tutto per se stesso.

In America nascerà una serie televisiva basata sul romanzo, "Resurrection". Spero di sbagliarmi, ma il timore è che le esigenze televisive e il dipanarsi della storia in più episodi possano snaturare l’impatto dei sentimenti e il flusso di riflessioni che scaturiscono dalla lettura.