Nella Collana “Le strade” Fazi riedita “La veste nera” (2018, titolo originale The Black Robe, traduzione di Andreina Lombardi Bom, pp. 350, 18,00 euro) di Wilkie Collins (Marylebone, 8 gennaio 1824 - Londra, 23 settembre 1889), redatto dallo scrittore inglese nel 1881.
Un nuovo, grande romanzo dal padre della narrativa del mistero, figlio del pittore di paesaggi William, il quale in queste pagine tratteggia al pari del padre che desiderava per il figlio un futuro fuori dal mondo dell’arte, un vero e proprio romanzo psicologico di alta classe. Accompagnato dall’inquietante e allo stesso tempo intrigante copertina, un autoritratto di Dante Gabriel Rossetti, che evoca la subdola figura del fosco personaggio del padre gesuita Benwell, il testo si avvale con grande maestria di un caleidoscopico spettro di sfumature dal gotico al grottesco, dal romantico alla spy-story d’epoca.
Londinese, Collins scoprì la vocazione per la scrittura dopo aver lavorato per qualche tempo come avvocato, molti suoi volumi tra i quali “La donna in bianco” (1859) considerato il suo capolavoro, “La pietra di luna” (1868), e “Il fiume della colpa” (1886) caratterizzati da intrecci complessi e ricchi di suspense, furono pubblicati a puntate su alcune riviste dirette dall’amico Charles Dickens. Di seguito vediamo la trama del libro.
Vange Abbey è, immagino, la casa di campagna più isolata d’Inghilterra. Se Romayne aveva bisogno di quiete, quello era proprio il luogo che faceva per lui
Lewis Romayne sembra avere tutto per essere felice: giovane, di bell’aspetto, agiato, conduce una tranquilla vita di studioso nella sua splendida residenza di campagna, Vange Abbey. Ma un avvenimento funesto tronca in modo brusco la sua serenità: durante un viaggio in Francia, l’uccisione di un uomo in duello porta con sé un carico di oscuri rimorsi che, dopo un lungo e tormentato periodo di solitudine, solo il sorriso della dolce Stella Eyrecourt sembra in grado di allontanare. Ma le vicissitudini di Romayne non sono terminate: nella sua vita s’insinua l’ombra nera del padre gesuita Benwell, determinato a restituire Vange Abbey alle proprietà ecclesiastiche e a infoltire le schiere della Chiesa cattolica convertendo il protestante Romayne.
Tra il prete e la giovane innamoratissima Stella, si scatena una lotta senza esclusione di colpi, nella quale dubbi, sospetti, insinuazioni, certezze e verità nascoste s’intrecciano nelle vite dei diversi personaggi in scena, la cui psicologia è delineata come solo un maestro come Wilkie Collins sa fare.
Una persona frivola è, nella grandissima maggioranza dei casi, una persona che si lascia indurre facilmente a parlare e per nulla propensa alla reticenza quando si tratta di ottenere le informazioni necessarie.
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