La donna in bianco
- Autore: Wilkie Collins
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2015
“Questa è la storia di quel che la pazienza di una donna può sopportare, e che la determinazione di un uomo può ottenere”.
Nella Premessa del romanzo epistolare che diede a Wilkie Collins (Marylebone, 8 gennaio 1824 – Londra, 23 settembre 1889) la notorietà, rivelando il suo acume geniale, l’autore inglese specifica che “gli avvenimenti narrati in queste pagine avrebbero potuto reclamare la loro parte di pubblica attenzione in una corte di giustizia”. Quindi come il giudice l’avrebbe ascoltata, “così il Lettore l’ascolterà adesso”. La donna in bianco, scritto nel 1859 e pubblicato per la prima volta a puntate nello stesso anno e quello successivo sulla rivista fondata e diretta da Charles Dickens, All the Year Round, fece da apripista a tutta la produzione di romanzi gialli che si sarebbe rivelata feconda soprattutto nei paesi anglosassoni. Quindi “nessun fatto degno di importanza, dall’inizio fino alla rivelazione finale, verrà riportato sulla base di semplici dicerie”.
Questa storia, scritta a più mani, come la storia di un crimine contro la legge viene raccontata in tribunale da più testimoni allo scopo di presentare la verità nella sua forma più diretta e comprensibile, aveva avuto inizio dalla testimonianza di Walter Hartright, ventotto anni, insegnante di disegno. Quando la lunga estate calda londinese stava volgendo al termine Hartright, orfano di padre, sua madre e la sorella Sarah come ultime parenti rimastegli, aveva accettato, grazie all’aiuto del suo amico italiano, Prof. Pesca, l’impiego di insegnante di disegno di tre giovani ragazze a Portland Place, nella dimora di campagna di un “favoloso commerciante”. Infatti, “l’esimio signor Frederick Fairlie di Limmeridge House, Cumberland, intendeva assumere a servizio un maestro di disegno di assoluta competenza, per un periodo di quattro mesi”.
Dopo aver salutato la madre e Sarah “mi dissero addio tante volte”, che vivevano in un villino di Hampstead, William si era incamminato lungo la via per tornare a Londra ma al giovane non andava di immergersi nuovamente nella calura della città, quindi aveva deciso di allungare la strada il più possibile, passando attraverso la brughiera desolata per entrare a Londra da Finchley Road.
Hartright immerso nei suoi pensieri, procedeva come un vagabondo per la strada solitaria, quando all’improvviso ogni goccia di sangue gli si era gelata nelle vene.
“Una mano, con tocco delicato e improvviso, s’era posata sulla mia spalla”.
William si era voltato di scatto, stringendo forte il manico del suo bastone. Al centro di quella strada luminosa, come se fosse spuntata dalla terra o piovuta dal cielo, si stagliava solitaria una figura di una donna vestita di bianco dalla testa ai piedi, che scrutava il giovane con espressione grave, indicando la nuvola scura sopra Londra e guardando William negli occhi, chiese:
“È questa la strada per Londra?”
Accompagnato dalla copertina che raffigura un particolare di un dipinto di John Singer Sargent Lady Agnew of Lochnaw (1893), nella Collana Le Strade, viene rieditato in una nuova edizione, La donna in bianco (titolo originale The Woman in White, traduzione di Stefano Tummolini) uno dei capolavori della letteratura inglese definito da T. S. Eliot “il più bello dei romanzi polizieschi moderni”.
Wilkie Collins, primogenito di un pittore di successo, amico e collaboratore di Charles Dickens, la cui vita fu una singolare mescolanza di rispettabilità e dissipazione, prudenza e audacia, aveva iniziato a scrivere il testo verso i trentacinque anni, dopo aver abbandonato la professione di avvocato. Autentico narratore nato, Collins aveva scovato il nucleo dell’intreccio in una collezione di documentazioni criminali, acquistata a Parigi durante un viaggio con Dickens. Nel Recuel des causes célèbres di Maurice Méjan, in cui veniva narrata la storia della marchesa di Drouhault drogata durante un viaggio e fatta prigioniera sotto falso nome, il padre del romanzo poliziesco moderno, aveva fatto partire la trama composta di diari, testimonianze, resoconti e lettere.
Memorabili i personaggi del dramma divisi in buoni e cattivi, nei quali spicca il conte Fosco, antieroe dal fascino irresistibile, senza tempo. Forse è anche per questo che la suggestione della “donna in bianco” a un secolo e mezzo di distanza continua a sedurre il lettore, grazie anche a una trama impreziosita da delitti, scambi di identità, apparizioni e sparizioni e intrighi senza fine.
“Era forse accaduto qualcosa di male a quella creatura sperduta?”
La donna in bianco
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