Ultimi. Così le statistiche condannano l’Italia
- Autore: Antonio Galdo
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2016
Ultimi. Così le statistiche condannano l’Italia di Antonio Galdo (Einaudi, febbraio 2016) è un libro interessante, una raccolta ragionata di dati e informazioni attraverso le quali l’autore ci spiega in maniera analitica ed anche impietosa, quale sia il livello raggiunto dalla nostra economia, dello stato delle condizioni sociali in Italia in cui la vecchiaia avanza, il lavoro diminuisce, le forze lavoro più preparate e, soprattutto, le migliori intelligenze, emigrano. Scrive l’autore nella premessa:
“Siamo diventati un paese per vecchi, e sarà peggio anche per effetto della curva demografica, con un welfare ingiusto che difende i privilegi più che i diritti: così i nonni sono più garantiti e mantengono figli e nipoti ai quali non resta che aspettare l’eredità”.
L’Italia è un paese in cui gli investimenti pubblici e privati nella formazione e nella ricerca diminuiscono, mentre crescono gli sprechi della spesa pubblica. Sul versante della giustizia le cose non vanno bene e i processi civili interminabili favoriscono la prescrizione dei reati. La burocrazia è uno dei mali in cui affondano molte buone intenzioni d’imprenditori potenziali e nella palude si annidano le diffuse corruttele. La sanità non va meglio e inspiegabili differenze si riscontrano sul fronte della gestione degli acquisti di materiale sanitario e di gestione delle economie di scala degli ospedali; difficile immaginare che dietro abnormi differenze di prezzo per uno stesso prodotto possano esserci spiegazioni ragionevoli. Il Mezzogiorno, poi, si trova nelle condizioni peggiori sotto ogni profilo. “Non tutto affonda nella palude del regresso”, avverte nella premessa, ma, come facile immaginare, gli esempi positivi, dalle scuole ottime alla giustizia che funziona, sono presenti quasi unicamente al Nord. L’autore non trascura di individuare i colpevoli nelle classi dirigenti con la connivenza delle classi intermedie, che per opportunismo o pigrizia, hanno assistito allo sfascio dell’Italia in maniera passiva e, forse, complice. Nonostante tutto, però, siamo ancora la quinta manifattura del mondo, grazie alle imprese che riescono a mantenere la qualità dei prodotti e a reggere il mercato. Che cosa bisogna fare per incrociare quel “vento promettente di voglia di cambiamento e di modernizzazione” che, comunque, sembra spirare nel nostro Paese? Bisogna partire dalla conoscenza, sapere, come ha fatto l’autore, quali siano le negatività, i numeri e le statistiche dello stato di fatto delle condizioni socio-economiche dell’Italia, perché
“I numeri, avvertiva Platone nella sua Repubblica, sono essenziali per i governanti perché li aiutano a ragionare, a dare un’anima al loro progetto. E la conoscenza è il primo passo verso la nostra salvezza”.
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