Un amore degli anni Venti di Simone Caltabellota

“Un amore degli anni Venti” (Ponte alle Grazie, 2015) è un libro di singolare bellezza, una storia d’amore e di vita straordinaria, narrata con coinvolgimento e passione. Tra il biografico e il diario, l’ultimo lavoro di Simone Caltabellota narra la storia d’amore tra la scrittrice Sibilla Aleramo e il giovane esoterista Giulio Parise. Forse era destino che l’autore scoprisse dapprima l’epistolario di Sibilla e Giulio e cercasse poi tracce di quel giovane massonico, bellissimo ed enigmatico, che volle, per il resto della sua vita, essere dimenticato. Simone Caltabellota è uno scrittore romano, poeta e amante della musica: un passato da editor nella casa editrice Fazi, collaboratore della rivista Nuovi Argomenti, ha scritto ad oggi diversi romanzi. Tassello dopo tassello, anno dopo anno, ha ricostruito la storia d’amore dei nostri protagonisti, con minuzia di ricerca, percorrendo strade ed esaminando fascicoli, leggendo e rileggendo tra le righe di testi, verbali, articoli di giornali all’Archivio Aleramo e alla Fondazione Gramsci. Vagliando note personali, frammenti di lettere, cartoline e ricordi, ha riportato così alla luce una storia dimenticata e la vita di Giulio Parise, amico di Julius Evola, che con lo pseudonimo “Luce” scriveva sulla rivista di studi esoterici Ignis.

Discepolo di Arturo Reghini, matematico e filosofo fiorentino, Giulio fu amato dalla scrittrice e raccontato come Luciano nel romanzo epistolare Amo, dunque sono, pubblicato dalla Mondadori nel 1927. La Roma di quegli anni era una città vivace, aperta, trasgressiva e culturalmente ricca. Sia Julius che Giulio erano due personalità di rilievo nella vita culturale romana, ben conosciuti, giovani uomini brillanti e affascinanti, circonfusi da un alone fatale e misterioso. Julius Evola, filosofo, pittore, poeta, scrittore ed esoterista, aveva la sua influenza nel mondo della cultura fascista: scriveva saggi, collaborava con riviste e partecipava alla vita accademica del suo tempo. Fondatore del gruppo esoterico Ur e con Reghini e Parise della rivista omonima, tentò di influenzare le sorti dell’Italia, nel senso pagano e romano, in opposizione alle scelte politiche religiose di Mussolini. Sibilla, al tempo cinquantenne e ancora molto attraente, aveva rinunciato da tempo ad una vita regolare, borghese: in costante difficoltà economica, viveva e lavorava ai suoi libri in una soffitta a via Margutta. Incontrò Giulio Parise, allora poco più che ventenne, qualche tempo dopo l’insuccesso della prima romana di Endimione al Teatro Valle, quand’era ancora l’amante di Evola. Una forte attrazione nacque subito tra i due protagonisti. Sibilla lo amerà come l’unico, grande amore della sua vita, con intensità, passione e disperazione.

“Felicità e spasimo, nello spirito e nelle vene, come quando ci baciavamo e nel bacio terribilmente erano adunate tutte le forze della nostra vita, crudeli, folli, grandi … così, distesa, io restavo, affascinata, le braccia aperte protese. Ancor una volta il bacio non ci aveva dissolti, e ancora una volta le labbra tornavano a congiungersi, in una sfida temeraria.”

Il rapporto d’affetto, anche quando la loro storia d’amore finisce, “tre anni di tormento e di estasi” continuerà negli anni a seguire. Un amore degli anni Venti non è solo il racconto di una intensa storia d’amore, è anche una cronistoria della Roma magica e oscura di quegli anni, del clima politico e culturale dell’epoca. Un periodo fecondo che non si è più ripetuto sia per le arti che per le scienze. Parte dell’opera ricostruisce quel tempo operoso e dinamico, la catena magica, il gruppo di intellettuali fascisti anticattolici e anticlericali determinati al ritorno del paganesimo iniziatico, la loro storia e le loro rivalità, e tutto ciò che seguì politicamente dopo i Patti Lateranensi.

Un amore degli anni Venti è un libro straordinario, pagine coinvolgenti e a tratti struggenti che catturano e appassionano il lettore.